Omicidio Pozzi, svolta nel giallo di Ponza: cosa è successo

Dopo l’incontro con la Commissione Antimafia e la presidente Colosimo, dalla Procura sono emerse delle nuove e clamorose situazioni nelle indagini

Gianmarco Pozzi, una luce si accede. E che dà parecchia luminosità ad una vicenda torbida. Una luce di quelle inaspettate, impreviste e clamorose. Una svolta che potrebbe dare un volto all’assassino e a chi ha fatto del male a Jimmy, così come lo chiamavano gli amici, un ragazzo di Roma, morto il 9 agosto del 2020, in circostanze misteriose. Aveva solo 28 anni e si trovava sull’Isola di Ponza per lavorare. L’insistenza della famiglia che, in questi lunghi tre anni non ha mai mollato, ha fatto sì che ci fosse attenzione e pressioni sul caso. La svolta, come aveva suggerito il papà Paolo Pozzi a Notizie.com ma non era ancora certo della notizia perché c’erano indagini in corso, consiste in due tracce di dna sconosciute.

La scoperta
Gianmarco Pozzi insieme ad alcuni amici mentre era in vacanza (Facebook Notizie.com)

Due tracce di Dna sono state ritrovate su una carriola, pare la stessa che avrebbe trasportato il corpo di Gianmarco che poi venne gettato in un fosso. E’ una scoperta importante, anche perché quei timidi ma decisivi residui di codice genetico, che sono stati rinvenuti attraverso le analisi del Ris dei carabinieri, potrebbero non solo fare luce ma soprattutto appartenere in modo dirompente al killer del campione di Kickboxing.

I legali della famiglia Pozzi hanno inviato in Procura una lista di persone da confrontare col Dna

L'assassinio
Una macchina dei carabinieri mentre fa i rilevamenti (Ansa Notizie.com)

Gianmarco Pozzi è stato ucciso in modo brutale dopo essere stato picchiato e malmenato in maniera selvaggia. Su come sono state svolte le indagini sul momento, bisognerebbe calare un velo pietoso per la superficialità con la quale sono state portate avanti, per non parlare dell’autopsia sbrigativa e fatta in modo allucinante, almeno secondo gli  avvocati Fabrizio Gallo e Marco Malara. Ma sono proprio loro a portare all’attenzione della Procura di Cassino, la stessa che ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario,  e a consegnare una lista di persone sulla base della quale cominciare a confrontare il Dna di origine sconosciuta con quei nomi.

E potrebbero esserci le prime sorprese e i primi nomi. Sono tutti candidati possibili, persone con cui Gianmarco Pozzi ha avuto dei rapporti frequenti e costanti nel periodo in cui era a Ponza e lavorava come buttafuori. Era una svolta tanto attesa, soprattutto dalla famiglia Pozzi e dal papà Paolo che, sin dal primo giorno del terribile omicidio, non ha mai mollato la presa e ha fatto di tutto e fa di tutto ogni giorno per dare attenzione alla vicenda di suo figlio. Il ritrovamento di questa carriola e le tracce di Dna ritrovate potrebbero essere la tanto attesa svolta in una indagine che non si è mai fermata anzi è stata quasi ripresa per i capelli tra mille difficoltà e sempre grazie all’insistenza della famiglia che da anni si batte per la verità e la voglia di sapere chi è stato a fare del male a Gianmarco.

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