Antonio Fazio: “Niente da fare, l’euro va riformato…”

L’uomo che ha governato la Banca d’Italia dal 1993 al 2005, proprio nel bel mezzo della nuova economia europea, ha qualche dubbio

Ha governato la Banca d’Italia dal 1993 al 2005, è stato uno di quelli che più di tutti ha spinto non solo verso l’Europa, ma verso una politica economica europea, stimolando la moneta unica e progetti economico-finanziari e bancari di livello europeo. Un progetto unico. Ebbene, quell’economista che corrisponde al nome altisonante di Antonio Fazio, oggi ha qualche dubbio rispetto alla direzione che doveva prendere l’euro e che invece, stando a quanto dice, non sembra essere quella corretta. L’ha detto a 87 anni e l’ha ben descritto e raccontato in un libro, “Le conseguenze economiche dell’euro”.

L'economista
Antonio Fazio ex governatore della Banca d’Italia (Ansa Notizie.com)

Un libro, quello di Fazio, che mette in evidenza alcune situazioni non proprio funzionali dal punto di vista economico, almeno non come se le immaginava qualche decennio fa, tanto che ora sembra avere  degli “eurodubbi”, definiamoli tali. “La stabilità della nuova moneta avrebbe dovuto, nel mediolungo termine, tutelarci dall’inflazione e favorire la crescita dell’economia. Invece sono stati invertiti gli obiettivi con lo strumento: l’economia ha dovuto sostenere la moneta, lo sviluppo almeno di alcune delle economie non proprio minori dell’area – è stato sacrificato per garantire l’assetto monetario”.

“Troppi sacrifici per sostenere l’economia europea”

L'inversione
La Bce e la presidente Lagarde (Ansa Notizie.com)

Non è molto lusinghiero quello che scrive e che soprattutto sostiene Antonio Fazio, anche perché mette in serio dubbio tutto quello che si sta facendo da diversi anni a questa parte: “La Grecia e su livelli diversi l’Italia, ma pure altri Stati, sono stati sottoposti a sacrifici e si è confermata la loro scarsa capacità di tenere il passo. Nel 2019, prima della pandemia, il Pil dell’Italia era ben il 4,5% inferiore al livello del 2007, ultimo anno prima della grande recessione; nel 2023 stiamo ancora al di sotto”.

L’ex Governatore della Banca d’Italia ripercorre quasi tutte le tappe in questo resoconto che ha fatto e che riporto con particolare attenzione: “Ricordo che nel 1939 erano stati già recuperati i livelli precedenti al crollo di Wall Street del ‘29. Sui prezzi, parla il livello dell’inflazione oggi. E l’obiettivo della piena occupazione è stato sempre ben lontano. Vuole dire che, sul piano economico, l’euro è un sostanziale fallimento? Non per tutti. Si sono accentuate le sperequazioni. I sistemi economici più efficienti aumentano – certo per i loro meriti – gli avanzi commerciali verso l’estero”.

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