Il Presidente del Consiglio in visita alla comunità ebraica di Roma per mostrare solidarietà del Governo e dell’Italia
Quasi un’ora di colloquio in Sinagoga. Una visita non del tutto programmata ma voluta a tutti i costi. Erano già un paio di giorni che il presidente del Consiglio voleva andare e appena è stato possibile si è fatto in modo di organizzarla rapidamente. Ci teneva tantissimo, tanto che la visita è stata messa in scaletta all’ultimo secondo. E così, intorno alle 11,50 di oggi 10 ottobre, la Premier è entrata in Sinagoga, dove ha incontrato il presidente della comunità ebraica romana Victor Fadlun e con il Rabbino capo Riccardo Di Segni, alla presenza anche del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. C’è il rischio, come ha raccontato il generale Tricarico a Notizie.com che ci possano essere attentati anche in Italia.
Meloni sa bene che la comunità ebraica romana sta vivendo momenti di angoscia e orrore, per questo la premier non ha voluto far mancare il suo appoggio e apporto, tanto che ha garantito anche l’impegno dello Stato “nella difesa dei cittadini da ogni forma di antisemitismo”. E ha cercato di spiegare il suo punto di vista: “Bisogna intensificare la protezione dei cittadini di religione ebraica anche nel nostro territorio perché il rischio di emulazione degli atti criminali che abbiamo visto da parte di Hamas potranno arrivare anche noi. Sono venuta qui a dire che difenderemo i cittadini da ogni forma di antisemitismo”.
“Dobbiamo difendere Israele perché vuole dire difendere la libertà”
Per la Premier non ci sono dubbi su come agire e su come intervenire: “Il senso di questa visita è portare la solidarietà alla comunità ebraica romana e italiana perché nelle scene terribili che arrivano da Israele c’è qualcosa di più di quello che si vede in un normale ma già tragico scenario di guerra“.
Quello che ha visto in questi giorni sui social e sulle reti d’informazione di tutto il mondo l’ha sconvolta, per questo Giorgia Meloni è voluta venire alla Sinagoga senza avere un momento d’esitazione: “Nella caccia casa per casa ai civili, nel rastrellamento di bambini, giovani, c’è l’odio verso un intero popolo. Qualcosa di più per la lotta contro lo Stato di Israele e quindi io penso che difendere il diritto all’esistenza e alla difesa di Israele significa difendere questi giovani, questi bambini, queste donne e credo che chiaramente bisogna intensificare la protezione dei cittadini di religione ebraica, anche sul nostro territorio”