Vendevano la droga sui social network (ed a quanto pare non si fermavano solamente a questo): intervento immediato della polizia, con inevitabili arresti
Un giro d’affari da quasi mezzo milioni di euro. Tanto è vero che avevano una clientela molto importante tra le città di Milano e Monza (e provincia). Non si creavano alcun problema di vendere le sostanze stupefacenti sui social network. Non solo: fornivano anche un altro tipo di “servizio”. Consegnavano la droga a casa, a domicilio. Proprio come se una persona avesse ordinato del cibo sul cellulare. In merito a questa vicenda c’è il duro lavoro da parte delle forze dell’ordine. Gli stessi che avevano avviato indagini da moltissimo tempo.
Secondo quanto riportato da alcune fonti e media locali pare che la polizia di Stato abbia arrestato sette persone che si occupavano di questo giro illegale. Non solo: nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate più di 2mila dosi di droga, pronte per essere vendute ai loro “clienti”. Un vero e proprio blitz che è stato effettuato, nelle prime ore del mattino, da parte delle forze dell’ordine. Nelle prossime ore verrà indetta una conferenza stampa in Questura dove verranno rivelati altri dettagli di questa importante operazione.
Vendevano droga sui social ed effettuavano consegne a domicilio: 7 arresti
Si trattava di un vero e proprio gruppo criminale, formato da italiani e marocchini. Gli stessi che spacciavano tra le due città lombarde citate in precedenza. Si occupavano prevalentemente di: hashish, marijuana e cocaina. In questa operazione sono intervenuti almeno una cinquantina di agenti, appartenenti alla Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Monza.
Con la collaborazione da parte degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e di unità cinofile antidroga. A quanto pare utilizzavano tre canali social dove i clienti si mettevano in contatto con loro per avere a disposizione la droga. Le consegne venivano effettuate con una Mini Cooper. Proprio grazie al nome della vettura l’inchiesta è stata intitolata così.
Mentre c’è un’altra persona, ovvero un ottavo e presunto pusher, che è stato sottoposto ad obbligo di firma. Una decisione che è stata presa dal Gip di Monza. Quest’ultimo ha firmato le ordinanze di detenzione in carcere per il resto della banda.