Migranti, tirata d’orecchie di Zangrillo alla Germania: “Serve collaborazione”

In una intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano “La Stampa” è intervenuto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo 

Uno degli argomenti più discussi ed, allo stesso tempo, importanti nel nostro Paese non può che essere quello relativo alla questione dei migranti. Un tema molto importante e che non può assolutamente passare inosservato. Proprio come ha ribadito il governatore del Veneto, Luca Zaia, in una intervista rilasciata alla ‘Stampa‘. Sempre al noto quotidiano è intervenuto anche il ministro per la Pubblica Amministrazione del governo targato Meloni, Paolo Zangrillo.

Intervista al quotidiano "La Stampa"
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo (Ansa Foto) Notizie.com

Il suo partito di appartenenza (vale a dire ‘Forza Italia‘) fa sapere di aver avuto sempre un approccio “estremamente attento alla necessità di garantire un dialogo virtuoso fra gli Stati nazionali e l’Europa”. Allo stesso tempo, però, ha voluto fare qualche precisazione a riguardo visto che: “Tutto questo, però, non significa però farsi mettere i piedi in testa. Quando c’è un atteggiamento che non è rispettoso degli impegni assunti, il nostro Paese deve reagire”.

Migranti, Zangrillo: “Non siamo un Paese di Serie B”

Nonostante non l’abbia nominata nell’intervista, ha fatto capire chiaro e tondo a quale Paese si riferisce. Vale a dire la Germania che, dopo vari tentennamenti, ha optato per il dietrofront sulla questione dei migranti. Una scelta che, a dire il vero, non è mai stata digerita da parte dell’Italia. Tanto è vero che, in più di una occasione, sia Giorgia Meloni che i vicepremier (Antonio Tajani e Matteo Salvini) non le hanno mandare a dire ai Paesi “partner”.

Intervista al quotidiano "La Stampa"
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo (Ansa Foto) Notizie.com

In merito a questo ha voluto precisare: “Non c’è alcuna volontà di accendere un conflitto con un partner che è sempre stato amico dell’Italia. Però questo non significa che ci sia la possibilità di considerare l’Italia come un Paese di Serie B. Ci aspettiamo dall’Europa, soprattutto da parte dei Paesi più influenti, un atteggiamento di collaborazione. Quando constatiamo che questo atteggiamento viene meno, allora reagiamo”.

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