Grecia, perché si protesta contro le carte d’identità biometriche

Cresce in questi giorni in Grecia la dura protesta contro le carte d’identità biometriche. Gli oppositori a questa nuova pratica di profilazione sostengono che davanti a loro si prospetti il rischio di una vera e propria schiavitù elettronica, oltre che quello di un controllo generalizzato e inquietante della popolazione. Dall’altro lato, il premier greco cerca di buttare acqua sulle proteste rassicurando i manifestanti. 

Per il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, infatti, i nuovi documenti non contengono né chip né telecamere. Ma queste affermazioni non sono di certo bastate a ristabilire la serenità.

carta d'identità biometrica
(Ansa)

Da giorni infatti ad Atene e in altre città della Grecia migliaia di manifestanti si sono riuniti al fine di protestare rumorosamente contro le nuove carte d’identità biometriche introdotte dal governo della Penisola balcanica, colpevole di voler introdurre una “schiavitù elettronica” con cui operare un forte controllo degli individui.

La ragione delle proteste da parte della popolazione greca

I manifestanti, i cui slogan principali recitavano “No alla schiavitù elettronica”, oppure “la democrazia ha i referendum, il fascismo ha i decreti”, nel raduno pubblico che si è svolto nella capitale greca erano circa 2.500, secondo la polizia. A seguire analoghi eventi sono stati organizzati in altri centri del Paese, mentre la domenica precedente erano state duemila le persone radunatesi a Salonicco.

Tutto porta alla settimana precedente le proteste, quando il governo greco ha annunciato l’inizio della procedura per l’ottenimento delle nuove carte d’identità, prevista per il 25 settembre, con il conseguimento, in questo modo, dell’obbligo di rispettare le normative europee sul “rafforzamento della sicurezza”. Il testo adottato da Bruxelles nel 2019 prevede infatti che ogni Stato membro dell’UE debba emettere nuove carte d’identità biometriche entro il 2026. 

carta d'identità biometrica
(Ansa)

A nulla sono servite le rassicurazioni del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, secondo cui le nuove carte d’identità non contenevano “né chip né telecamere”. Dall’altro lato, anche il il capo dell’autocefala Chiesa greca, legata alla Chiesa ortodossa, l’arcivescovo Ieronymos II, si èespresso invitando alla “prudenza e alla saggezza”, anticipando che sarà il Santo Sinodo a pronunciarsi successivamente sulla questione. Il precedente riporta all’inizio del nuovo millennio, quando già l’eliminazione della menzione della religione sulle carte d’identità greche avevano scatenato massicce proteste nel Paese.

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