Politiche coesione, Fitto a tutto tondo: “Ora basta”

In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Foglio” ne ha parlato il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto. Quest’ultimo ha affrontato vari argomenti 

Sono molti i temi che ha affrontato Raffaele Fitto. L’attuale ministro per gli Affari Europei ne ha parlato in una intervista al quotidiano “Il Foglio”. Si è soffermato anche a parlare del lavoro che sta effettuando il governo in questo periodo: “Stanno provando a costruire un percorso in discontinuità con le precedenti esperienze e ritiene necessario che vi sia un coordinamento tra le politiche economiche, nazionali, comunitarie e regionali.

Intervista al 'Foglio'
Il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto (Ansa Foto) Notizie.com

Sulla questione della Zes unica (Zone economiche speciali) ha precisato: “Credo che debba essere inquadrata in un contesto più ampio di spesa dei fondi strutturali e di attuazione del Pnrr: le verifiche fatte ci dicono che dobbiamo avviare una nuova fase basata su un disegno unico di rilancio del Mezzogiorno”. Non è altro che una sorta di percorso di autonomia differenziata all’incontrario. In questo modo il potere dello Stato, in materia di politica economica, viene accentrato.

Fitto: “Basta con le politiche di coesione in mano alle regioni”

Sulle politiche di coesione, in mano alle regioni, è stato fin troppo chiaro. Dopo aver evidenziato che si è trattato di un tema che non ha dato i frutti sperati il ministro ha rivelato: “Bisogna prendere atto di questo e cito dati della ragioneria generale dello stato: della programmazione europea 2014-2020 è stato speso il 34%. E non abbiamo elementi per pensare che le cose miglioreranno con l’attuale programmazione, né con la spesa dei fondi del Pnrr su cui com’è noto il governo ha avviato una riflessione”.

Intervista al 'Foglio'
Il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto (Ansa Foto) Notizie.com

In conclusione ha aggiunto: “Non credo abbia senso continuare a dare un assegno in bianco alle regioni. Allo stesso tempo, però, sono favorevole nel tenere insieme le cose. Magari coordinando i vari interventi e i vari piani di spesa. Credo che sia molto più semplice spiegare agli investitori che esiste un’unica grande opportunità rappresentata dal Mezzogiorno piuttosto che tante piccole aree il cui perimetro è anche difficile da determinare”.

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