200 ore di straordinari, folle gesto da parte del medico: rabbia da parte della famiglia che ha voluto lanciare un appello
Una vicenda che ha sconvolto letteralmente il Paese. Ci troviamo in Giappone dove le autorità ispettive del lavoro hanno effettuato una importante scoperta. Quella riguardante un medico di 26 anni. Purtroppo quest’ultimo, un anno fa, si è tolto la vita. Motivo? Per via dello stress causato e dovuto al superlavoro. In particolar modo alle sue 200 ore di straordinarie che ha fatto in un mese. Anzi, per la precisione sono state 207. Una notizia che è stata confermata direttamente dai familiari del professionista.
La vittima si chiamava Shingo Takashima. A rivelare i dati ci ha pensato direttamente l’emittente televisiva “CNN“. Secondo quanto riportato dai legali della famiglia, pare che il medico abbia lavorato quel tot di ore di straordinari prima della sua morte. In tre mesi non si era mai preso un giorno libero. L’ospedale in questione è quello di Kobe, ovvero il “Konan Medical Cente“. Allo stesso tempo, però, direttamente dal nosocomio in questione hanno rispedito al mittente le critiche e le accuse.
Giappone, troppe ore di straordinari: medico suicida a 26 anni
Il capo del centro ospedaliero, Eisei Gu, ha fatto sapere di non aver riconosciuto assolutamente il fatto che gli abbiano imposto dei carichi di lavoro così eccessivi. Questo è quello che ha riportato al quotidiano “The Ashay Shimbun“. L’ospedale, successivamente, ha fatto sapere che la vittima era stato assunto nell’aprile del 2020 (proprio durante la pandemia da Covid) ed aveva terminato nell’aprile di due anni dopo. Tanto da diventare specialista ed, allo stesso tempo, passare a gastroenterologo. Nel corso delle indagini ispettive si è scoperto che la causa della sua morte era un infortunio sul lavoro indotto dal lungo orario lavorativo. A quanto pare, però, quello del 26enne non è affatto il primo caso che si verifica in Giappone.
Basti pensa che il ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, il Paese sta combattendo da tempo una persistente cultura del superlavoro, con dipendenti di vari settori che denunciano orari punitivi, elevata pressione da parte dei supervisori e deferenza verso l’azienda. Ad avere la peggio è la salute per via dello stress e delle conseguenze che tendono a peggiorare la salute mentale. Un problema non solo nel settore sanitario (che va peggiorando), ma soprattutto in altri ambiti come quello del giornalista politico di 31 anni, morto nel 2013, che aveva lavorato molte ore ed aveva sofferto di insufficienza cardiaca. Nel frattempo la famiglia del medico ha chiesto di diffondere questa notizia affinché non si verifichino mai più episodi del genere.
