Salario minimo, il giuslavorista Martone: “Ecco quello che serve”

“Sul salario minimo decidano i politici, non i magistrati”. Le parole del giuslavorista Michel Martone sul tema attualmente più discusso in Italia, per quanto riguarda il dibattito economico, fissano un punto chiaro. “Nove euro l’ora sono pochi a Milano e troppi in tante parti del nostro sud”, ha affermato Martone, docente di Diritto del lavoro. “Serve rafforzare la contrattazione con paghe minime orarie differenziate in base ai settori produttivi e alle aree geografiche”, ha aggiunto. 

Intervistato dal quotidiano Il Foglio, il docente di diritto del lavoro ha infatti preso le distanze da coloro che sembrerebbero auspicare, in materia di lavoro, che sia un intervento della magistratura  “dall’alto” a sanare ogni volta dubbi e incertezze, finendo così per sostituirsi anche ad ogni discussione politica.

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(Ansa)

Ci si chiede infatti se, a questo punto, la magistratura si sta sostituendo alla politica sul salario minimo, in particolare dopo la vicenda Mondialpol, il colosso della vigilanza privata che è stato di recente messo sotto inchiesta dalla procura di Milano, oltre che sotto controllo giudiziario, dopo essere stata accusata di caporalato e di sfruttamento dei lavoratori.

Il caso Mondialpol e la questione dei bassi salari in Italia

L’azienda ha infatti annunciato, dopo l’apertura del procedimento pensale, che aumenterà i salari dei dipendenti del 20 per cento da settembre e del 38 per cento nel 2026. Un’azione che le ha permesso di ottenere la revoca del controllo giudiziario, anche se l’inchiesta proseguirà in ogni caso, ma che tuttavia pone una seria domanda in un momento in cui il tema del lavoro è al centro del dibattito. 

“Un caso isolato non fa una tendenza, ma è chiaro che se il Parlamento non interviene per legge e alcuni contratti collettivi prevedono dei minimi salariali troppo bassi, come quello della vigilanza privata, a un certo punto si aprono spazi anche per gli interventi della magistratura”, ha commentato Martone in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio.

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(Ansa)

“Il caso di Mondialpol evidenzia come in alcuni settori i salari siano ormai troppo bassi e ci sia l’esigenza di applicare dei trattamenti più elevati”, ha aggiunto il docente. “Il fatto che il commissario abbia deciso di alzare i salari di addirittura il 38 per cento ci fa capire quanto la distanza fosse ampia“. Ma in tutto ciò, “in un Paese differenziato, nel quale il divario tra nord e sud è così forte e nel quale la varietà dei settori produttivi è così ampia, pensare di poter individuare una soluzione valida per tutti è tendenzialmente una chimera”. La conclusione è presto servita: “Ciò che è necessario è cercare di trovare un sistema che consenta di individuare delle paghe minime orarie differenziate in relazione ai settori produttivi e alle aree geografiche”.

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