Lazio scatenata sul mercato amplia la rosa: andare avanti in Champions la missione di Sarri

Per come si sta muovendo la società di Lotito punta a crescere e scommette tanto sul suo guru in panchina

Per quello che sta facendo sul mercato, per come si sta muovendo e per i nomi che sta scegliendo, la Lazio punta a essere più di una sorpresa per la stagione che sta aprendo. E nel nome di Maurizio Sarri, con Lotito deciso a puntare come mai ha fatto nella sua storia laziale, sull’allenatore che più di tutti punta più sul gioco che sui nomi. Almeno questa è da sempre la sua filosofia. Ed è da qui che parte Paolo Condò nella sua riflessione su Repubblica sui biancocelesti e sul tecnico. “Maurizio Sarri è apparso in Serie A nove estati fa, nel 2014, alla testa di un Empoli promosso grazie a un bel secondo posto in B. Aveva 55 anni, Sarri, e una carica rivoluzionaria addosso che travolgeva. Quell’anno si salvò con discreto margine e ancor più discreto gioco, tanto da attirare l’attenzione di Aurelio De Laurentiis, e nei tre anni napoletani che ne derivarono lottò sempre per il titolo, andandoci davvero vicino all’ultimo tentativo. Poi, le vittorie in ambienti non suoi: l’Europa League al Chelsea e lo scudetto alla Juve — peraltro l’ultimo del ciclo dei nove — subito seguito da un esonero per evidente incompatibilità. Un anno di pausa ed ecco la Lazio, con un quinto posto seguito dal portentoso salto in alto che l’ha issato al secondo: soltanto il Napoli ha fatto meglio”

Il guru della panchina
Il tecnico della Lazio Maurizio Sarri (Ansa Notizie.com)

Per il giornalista e opinionista di Sky, la Lazio potrebbe rappresentare una bella sorpresa da vedere e soprattutto da scoprire. L’unico piccolo neo è stato il doloroso, a suo dire, addio di Igli Tare dopo quindici anni di “autentica simbiosi col presidente”. “Il fatto che due figure di questo valore (Sarri e Tare ndr) non siano riuscite a trovare un modus vivendi è una disdetta per la Lazio, perché l’unione fra l’anima aziendalista di uno dei diesse meglio strutturati e la capace competitività del tecnico ha già prodotto i suoi frutti, e altri ne avrebbe portati. E questo è un fattore incontrovertibile, a prescindere dal carattere di ognuno dei due, che poi tutto questo odio tra il tecnico e il direttore sportivo non c’era affatto, solo che era diventato inconciliabile il lavoro perché l’allenatore voleva più potere decisionale. Ma tant’é.

Per Sarri il mercato non era importante, ora ci punta decisamente

L'intesa
Il presidente Lotito con il tecnico Sarri (Twitter Notizie.com)

La Lazio e il suo presidente, almeno secondo Paolo Condò, ora volano e sono proiettati a qualcosa di importante. “Le tensioni che hanno accompagnato la prima fase del mercato, in buona parte riassorbite ora che Lotito si è mosso, si spiegano proprio con le aspettative di Sarri su una serie di acquisti pesanti e soprattutto velocizzati dai soldi della Champions aggiunti all’incasso per Milinkovic”. Ora i nomi e i giocatori giusti sono arrivati, non tutti quelli che voleva il tecnico, ma sono funzionali e pronti per essere modellati. Diceva Sarri anni fa: “In Italia appena qualcosa non funziona si pensa a chi comprare per sistemarla; io invece provo prima ad aggiustarla lavorando su ciò che ho, il mestiere di allenatore consiste anche in questo”. E tra tutte la sostituzione di Higuain con un “nuovo” Mertens fu la dimostrazione di quanto pensava e sosteneva. Ora però qualcosa nel tecnico è cambiato, anche perché “ha cominciato a notare nelle squadre avversarie i “pezzi” mancanti ai suoi ingranaggi, e a desiderarli”. E qui un altro esempio calzante, come il play granata Ricci, per il quale stravede (non manca di dirglielo ogni volta che lo affronta), ma è lo stesso discorso per Berardi.

Ma Lotito questo genere di calciatori non li prende perché si muove più con le squadre con cui è più affine politicamente parlando, ma questo non significa che non riesca a prendere giocatori ugualmente funzionali. Ora che è in un periodo di eccellenti rapporti con la Juventus arrivano acquisti come Pellegrini e soprattutto di Rovella, centrocampista di “grandi potenzialità che della nuova Lazio potrebbe diventare il motore”. I Bonucci e i Lloris appartengono alla logica del presidente più che a quella dell’allenatore, che nel suo “passaggio juventino non venne certo sostenuto dalla vecchia guardia bianconera”. E infatti più di qualche dubbio c’è, e eccome. Senza dimenticare gli arrivi che Lotito abbia mutuato dalla filosofia di Tare (e i primi due di questi facevano parte della lista del diesse), come Castellanos, Isaksen, Kamada. “Con una rosa finalmente allargata, competere per due traguardi non dovrebbe essere un problema. Eh già, la Champions è la grande novità dell’anno, e siccome il record di Sarri in Europa con le squadre italiane è povero (mai oltre gli ottavi, in nessuna coppa), gli occhi di tutti saranno puntati lì”. E quindi, visto che manca poco, non resta che aspettare e godersi lo spettacolo.

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