Trump incriminato. L’atto di accusa: “Ha messo a rischio la sicurezza nazionale degli USA”

Donald Trump incriminato per reati federali. L’ex presidente avrebbe nascosto nella sua villa in Florida alcuni documenti sensibili del governo

L’incubo legale di Donald Trump prosegue e, dopo la sconfitta nella causa con E. Jean Carroll e l’incriminazione di New York, l’ex presidente degli Stati Uniti è nuovamente alla sbarra per la controversa questione dei documenti segreti sottratti al governo.

Donald Trump, Notizie.com (LaPresse)

Per The Donald è la prima accusa di un crimine federale, ma soprattutto il miliardario newyorkese è il primo presidente nella storia degli USA ad essere indagato per un reato federale. 

L’accusa di occultamento di documenti sensibili

L’occultamento dei documenti sarebbe avvenuto in collaborazione con Walt Nauta, un valletto militare della Casa Bianca, che, secondo le sue stesse confessioni, avrebbe nascosto gli scatoloni in cui il Tycoon custodiva i documenti classificati. Il 30 Marzo, dopo la richiesta dei documenti da parte dell’FBI per l’inchiesta federale, Trump avrebbe ordinato all’assistente di recarsi nell’imperiale villa di Mar a Lago in Florida, per recuperare i documenti sensibili ed evitare che questi potessero giungere nelle mani del governo: “L’obiettivo del complotto era che Trump potesse conservare i documenti che aveva portato con sé dalla Casa Bianca e per nasconderli al grand jury federale”, le parole dell’atto di accusa. 

Nell’atto di accusa redatto dal procuratore speciale Jack Smith si illustrano i dettagli del reato e il contenuto delle scatole: “I documenti classificati che Trump conservava nelle sue scatole includevano informazioni riguardanti le capacità di difesa e di armamento degli Stati Uniti e dei Paesi stranieri, i programmi nucleari degli Stati Uniti, la potenziale vulnerabilità degli Stati Uniti e dei suoi alleati agli attacchi militari e i piani per eventuali ritorsioni in risposta a un attacco straniero”. 

Donald Trump, Notizie.com

Smith ha poi proseguito: “La divulgazione non autorizzata di questi documenti classificati potrebbe mettere a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, le relazioni con l’estero, la sicurezza delle forze armate e delle fonti umane degli Stati Uniti e la continuità dei metodi di raccolta di informazioni sensibili”. Secondo la ricostruzione dei federali, Trump avrebbe ordinato ai suoi assistenti di distruggere e nascondere i documenti all’interno della lussuosa villa, utilizzando nascondigli posti nelle sale da ballo, nelle camere da letto e persino della doccia. Ora i capi di accusa sono diventati ben 38 e l’ex presidente grida al complotto. 

La rabbiosa reazione di Trump e quella sommessa di Biden

Nelle ultime ore, Trump ha condiviso sui propri account social la sua reazione all’incriminazione, lanciando accuse pesanti all’attuale amministrazione di Joe Biden. Secondo il miliardario, Biden avrebbe concentrato la propria potenza di fuoco legale per assicurarsi le elezioni del 2024, in cui Donald rappresenterà il volto della fazione repubblicana: “Oggi è un giorno buio per l’America. Sono innocente. Vanno contro un presidente popolare. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni”. 

Donald Trumo, Notizie.com

In seguito all’incriminazione Jim Trusty e John Rowley, gli avvocati dell’ex presidente, hanno rassegnato immediatamente le dimissioni e ora Trump, nel prossimo processo, sarlà rappresentato dallo studio Todd Blanche Esq. Nel marasma di reazioni, spicca naturalmente quella del presidente in carica Joe Biden, che ha sommessamente dichiarato di aver ricevutola notizia dell’incriminazione direttamente dai giornali.

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