Importanti modifiche per gli italiani che lavoreranno durante il periodo estivo: la misura è stata sostenuta a lungo dal governo
Il settore del turismo sta affrontando una situazione di emergenza, con la sempre più difficile ricerca di personale disponibile a lavorare durante le ore notturne e nei giorni festivi e domenicali negli alberghi, stabilimenti balneari e termali. Il governo, guidato dal ministro Daniele Santanché che ha sostenuto a lungo questa misura, sta cercando di dare una risposta iniziale a questa problematica, con il sostegno del Parlamento. Pertanto, coloro che svolgono turni “scomodi” nel settore turistico riceveranno un aumento straordinario.
Dal primo giugno, retroattivamente, fino al 21 settembre, alla fine dell’estate, ai lavoratori del settore turistico, compresi gli stabilimenti termali, verrà riconosciuta una somma speciale come integrazione di stipendio, che non concorrerà al calcolo del reddito, pari al 15% delle retribuzioni lordi correlate al lavoro notturno e alle prestazioni straordinarie. In pratica, si tratta di una sorta di “bonus notturno” e “bonus domenicale”. Per questa misura sono stati stanziati 54 milioni di euro, e avranno diritto ad essa i lavoratori con un reddito annuale lordo di massimo 40.000 euro. “Questa è la direzione giusta per aumentare l’attrattività del settore, affrontare il problema della carenza di personale, migliorare le condizioni di lavoro e favorire una maggiore stabilità occupazionale“, ha commentato Santanché, aggiungendo: “Abbiamo mantenuto la promessa data“.
Le altre norme
Questa norma si affianca a un altro emendamento approvato dal senatore di Fratelli d’Italia Raoul Russo, che prevede un’altra agevolazione fiscale per il lavoro notturno e festivo nel settore turistico. “Le maggiorazioni spettanti ai dipendenti delle imprese alberghiere per le ore di lavoro ordinario effettivamente svolte in orario notturno e nei giorni festivi individuati dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale“, si legge nell’emendamento, “saranno soggette a una tassa sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 5%“.
In altre parole, si tratta di una sorta di imposta fissa. Questo non è l’unico cambiamento introdotto dal decreto. Grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle, è stata introdotta un’esenzione totale dalle contribuzioni per tre anni per coloro che assumono o stabilizzano badanti per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Si tratta di un’esenzione contributiva del 100%, fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, per 36 mesi, nel caso di assunzioni e conversioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistenza a persone di età superiore ai 65 anni.
Possibili revisioni
Tuttavia, questa norma potrebbe essere ancora oggetto di revisione da parte della Commissione bilancio, a causa del suo alto costo (190 milioni di euro). Ci sono anche diverse modifiche apportate al nuovo Reddito di cittadinanza, l’assegno di inclusione. I beneficiari con figli di età inferiore ai 14 anni saranno tenuti ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato solo se si trova entro un raggio di 80 chilometri o è raggiungibile entro 2 ore di viaggio con i mezzi pubblici.
Non ci sarà quindi l’obbligo di accettare offerte di lavoro provenienti da qualsiasi parte del territorio nazionale. Ci saranno anche modifiche per i contratti a termine, che potranno essere prorogati e rinnovati liberamente durante i primi dodici mesi e, successivamente, solo in presenza di “causali”. La relatrice Paola Mancini si è detta soddisfatta del lavoro svolto finora in Commissione. “Si tratta di un testo completo e molto organico che è stato ottenuto attraverso un confronto approfondito su ogni emendamento, al fine di fornire risposte concrete al mondo del lavoro”, ha spiegato.
