Le indagini sulla truffa delle mascherine durante il periodo del Covid alla Regione Lazio ha fatto scattare un maxi sequestro. Tutti i dettagli.
E’ arrivata ad una svolta l’indagine sulla truffa delle mascherine alla Regione Lazio durante la prima fase del Covid. Come riportato dall’Adnkronos, nella giornata odierna, mercoledì 19 aprile, la Procura di Roma ha dato mandato alla Guardia di Finanza di effettuare un maxi sequestro oltre che iscrivere sul registro degli indagati sette persone fisiche e due società.
L’ipotesi di reato avanzata nei confronti delle persone coinvolte in questa in chiesta sono di truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio e autoriciclaggio. Inoltre, come detto in precedenza, le Fiamme Gialle hanno effettuato un sequestro preventivo di beni di circa 14 milioni di euro. L’inchiesta, comunque, va avanti e nelle prossime settimane ci saranno delle importanti novità su questa vicenda.
L’inchiesta
L’inchiesta, come detto in precedenza, fa riferimento alla prima ondata di Covid e, in particolare, alla fornitura di 9,5 milioni di mascherine che la Regione Lazio, tramite la Protezione Civile, ha affidato ad una società capitolina.
Questa azienda, stando a quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, ha chiesto alla Regione un anticipo di oltre 14 milioni e, pur avendo la disponibilità per soddisfare le richieste di Roma, ne ha consegnato solo una minima parte dopo numerose sollecitazioni da parte dell’ente. Così alla fine si è deciso di annullare in autotutela i contratti stipulati.
Inoltre, sempre secondo la Procura di Roma, i responsabili di questa società hanno presentato delle certificazioni non genuine e polizze fidejussorie rilasciate da società non abilitata per indurre nuovamente in errore l’Ente, che disponeva un nuovo contratto.
Il maxi sequestro della Guardia di Finanza
L’indagine, quindi, ha portato la Procura di Roma ad emettere un sequestro di beni per circa 14 milioni di euro, la cifra che la Regione Lazio ha sborsato per ricevere solo in parte la fornitura di mascherine dopo diverse sollecitazioni. Inoltre, come detto in precedenza, sette persone fisiche e due aziende sono state iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio e autoriciclaggio.
