Tragedia Marmolada, pubblicato studio sulle cause: cosa successe

Tragedia Marmolada, un gruppo di esperti ha pubblicato uno studio sulle cause e meccanismi di quello che accadde lo scorso anno: cosa successe di preciso?

Tragedia Marmolada
Tragedia Marmolada (Ansa Foto) Notizie.com

Nei primi giorni del mese di luglio, dello scorso anno, si verificò una della tragedia che ha sconvolto il nostro Paese. Precisamente nelle Dolomiti quando, il 3 luglio del 2022, si staccarono dal ghiacciaio della Marmolada circa 64mila tonnellate di acqua, ghiaccio e detriti rocciosi. Si scatenò una vera e propria valanga che uccise 11 persone. Tutti alpinisti. In quella occasione altri 7 di loro rimasero feriti. Nel frattempo, a distanza di qualche mese da quel terribile episodio, è stato pubblicato uno studio da parte di una squadra di ricercatori internazionali.

Quest’ultimi, aiutati dal professore Aldino Bondesan dell’Università di Padova, hanno pubblicato uno studio. Lo stesso che riguarda, principalmente, le cause ed i meccanismi di quello che accadde quella giornata. Uno studio che ha preso il nome di “The climate-driven disaster of the Marmolada Glacier” che è stata pubblicata sulla rivista ‘Geomorphology‘.

Tragedia Marmolada, tutti i dettagli di quella strage

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Tragedia Marmolada (Ansa Foto) Notizie.com

A quanto pare la valanga di ghiaccio e detriti si è fermata in un canalone, dopo che la stessa aveva percorso circa 2,3 km lungo il pendio. Il crollo si è verificato nella parte alta del versante settentrionale della Marmolada. Precisamente alla quota di 3213 mt. Una parte ha interessato, in particolar modo, un lembo sommitale del ghiacciaio (a Punta Rocca). Un evento che è stato documento grazie alla pubblicazioni di alcuni filmati registrati da parte di escursionisti che si trovavano sul posto.

Lo stesso Bondesan ha precisato: “Un’analisi dettagliata delle immagini satellitari e aeree stereoscopiche, scattate prima e dopo l’evento, ci ha consentito di analizzare le modalità di collasso. Il distacco è stato in gran parte causato da un cedimento lungo un crepaccio mediano. Un enorme volume di acqua di disgelo generato dalle temperature anomale di quella primavera ed estate. C’erano 10.7° C. La fitta rete di crepacci ha predisposto questo settore glaciale al collasso“.

In conclusione, l’esperto, ha fatto sapere che durante il crollo sono stati rintracciati almeno due meccanismi concomitanti. Gli stessi che hanno provocato l’instabilità con il crollo improvviso del ghiacciaio. L’acqua infiltrata all’interno ha causato una pressione che ha sollevato lo strato di ghiaccio. Una volta che l’acqua era arrivata all’interno dei sedimenti basali c’è stata una spinta al galleggiamento. Per il semplice motivo che il ghiaccio era meno denso dell’acqua stessa.

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