Giancarlo Giannini si racconta: “Sono ancora un bambino, la mia unica droga è…”

Intervistato dal Messaggero, Giancarlo Giannini si è raccontato, parlando della sua luminosa carriera internazionale e della sua vita privata.

C’è poco da discutere, che piaccia o no, Giancarlo Giannini è una vera e propria istituzione della recitazione italiana e, se in Italia si fa ancora fatica ad accorgersene, pare che negli Stati Uniti sia una sicurezza ben consolidata. La stella sulla Hollywood Walk of Fame ricevuta lo scorso 6 marzo è soltanto uno dei numerosi riconoscimenti ricevuti da Hollywood, che ne ha fiutato il talento sin dagli anni ottanta, quando apparse in un episodio di New York Stories (1989) diretto da Francis Ford Coppola.

Giancarlo Giannini, Notizie.com

Il talento classe 1942, si è recentemente raccontato in un’intervista al Messaggero, in cui emerge prepotente l’esperienza di una vita di successi.

L’importanza di restare bambini

L’intervista ha subito affrontato il tema della fanciullezza, espresso da Giannini nella sua autobiografia dal titolo Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi): “Uno che fa l’attore deve mantenere questa forma infantile di racconto, della favola, il ‘fanciullino’, se no come fa a fare l’attore? D’altronde come si chiama questo mestiere? Juer, to play: giocare. Io sono ancora bambino, anche a ottant’anni. Io sono sempre molto curioso. Non mi piace fermarmi. Trovo sempre qualcosa da fare, perché in tutto ciò che mi colpisce io vedo la vita. È la fantasia che non mi fa mai star fermo. Un grande dono”. 

Un giovane Giancarlo Giannini, Notizie.com

L’interprete ligure ha poi parlato della sua follia e di quanto questa sia preziosa nella vita di un uomo: “Se un uomo non ne ha un pizzico non vive bene. Avere un pizzico di follia è qualcosa di rigenerante che si rinnova ogni giorno. La follia è ciò che i folli chiamano la normalità. E poi ci può essere anche il contrario. Ma chi dice che la normalità non sia follia? Questo forse l’ha già detto qualcuno”. Si è anche affrontato il tema della celebrità, che è un concetto controverso all’interno della parabola divistica di Giannini: “Mi piace la solitudine. La celebrità, certo, per uno che fa l’attore è importante. Il lavoro dell’attore è un lavoro di scambio di dialettica tra l’attore il pubblico. Poi, fortunatamente, alle volte hai dietro Shakespeare o Pirandello e sei solo un tramite”, un approccio che lo ha inevitabilmente allontanato dai riflettori più facili e superficiali dello Star System italiano, fatto di gossip e scoop.

Ecco l’unica droga di Giannini

Un’altro aspetto della vita che pare appassionare particolarmente Giannini è il cibo, che definisce come “la mia sola e unica droga. Mangiare è una delle cose più importanti della vita. E la tavola è un momento intimo, personale. Il cibo racchiude i sapori che io ho vissuto nella mia infanzia, con una nonna che stava sempre in cucina. Questo ricordo mi rende triste. Il mio piatto preferito? Io sono il re del pesto. Ha il sapore delle mie origini. Sono nato a La Spezia. È un capolavoro di odori e di sapori. È un nettare divino, se lo sai far bene. Se lo fai male è meglio che non cominci neanche”. 

Giannini sulla Walk of Fame, Notizie.com

Tra le numerose e altisonanti amicizie coltivate nel corso degli anni, Giannini ha parlato in particolare di quella consumata con Vittorio Gassman, a cui una volta spiegò il suo rapporto con la fede: “Vittorio, una persona intelligentissima, timidissima, coltissima, straordinaria. Mi disse ‘Come fai a credere? Che cosa vuol dire credere?’. Io gli spiegavo che cosa era la fede per me, ‘Dio ti ha dato la possibilità ogni giorno di scoprire tanti piccoli misteri. Accontentati di questo’. Insomma, io mi accontento. Anzi, sono felice di poter pensare, come ho detto, a qualcosa che non c’è”. 

“La gioia di vivere è la cosa più importante”

Non potevano mancare anche alcuni consigli per i giovani intenzionati a intraprendere una carriera da attore: “Non bisogna intraprendere questa strada se hai il minimo dubbio. Tieniti di riserva un altro mestiere. Quando insegnavo al Centro sperimentale dicevo ‘So che questo è un tarlo che avete e, se continuerete, ricordatevi di fare anche degli errori. Fare degli errori è bellissimo, se non è un errore è qualcosa che avete scoperto che servirà anche agli altri’. La cosa più importante che insegnavo era la gioia di vivere. Se uno non ha la gioia di vivere come si mette sul palcoscenico a raccontare le favole?”, gioia di vivere che è stata repentinamente definita: “Eccola la gioia di vivere, ogni giorno hai piccoli misteri da scoprire. Io ho trovato la possibilità di scoprire ogni giorno una nuova vita. È divertente”.

Giancarlo Giannini, Notizie.com

Oltre ad aver interpretato numerosi personaggi, Giannini ha anche doppiato molte star di Hollywood, tra cui Dustin Hoffman, Jeremy Irons, Mel Gibson e Al Pacino: “Il doppiaggio o lo sai fare o no. Io ho imparato a farlo anche perché studiando molto l’elettronica, l’oscillografo ti fa vedere tutte quelle onde. Riesco ad andare in sincronia facilmente”. A conclusione dell’intervista, Giannini si è definito come “un uomo a cui piacerebbe poter bere un caffè senza la tazzina, lo berrei con la fantasia”, una descrizione perfettamente coerente con i concetti espressi in precedenza.

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