Codice degli Appalti, Genovesi (Fillea CGIL) a Notizie.com: “Non restiamo fermi a guardare, sabato saremo in piazza”

La fumata bianca per il nuovo codice degli appalti è arrivata due giorni, quando  è stato approvato definitivamente il testo in consiglio dei ministri. Si tratta di una versione rivista ed integrata tenendo conto delle osservazioni delle commissioni parlamentari. Il Governo ha manifestato grande soddisfazione, sul piede di guerra sindacati e associazioni di categoria. 

La parola chiave per la nuova normativa è: semplificazione. Snellire le procedure e la burocrazia fa sì che i cantieri siano più rapidi e che le opere si realizzino in tempi molto più ristretti. Tutto ciò senza tralasciare mai un aspetto fondamentale: la qualità delle lavorazioni e dei processi che deve essere sempre garantita. Altro punto focale del nuovo testo è la digitalizzazione.

Il Governo ha approvato il nuovo Codice degli Appalti
Il Governo ha approvato il nuovo Codice degli Appalti, foto Ansa

Basti pensare, ad esempio, alla banca dati che conterrà le informazioni relative alle imprese, una specie di carta d’identità digitale. In questo modo si rende più semplice la consultazione della documentazione, con notevole risparmio anche in termini economici, oltre che di tempo. Una scelta che rientra nell’ottica green molto apprezzabile dal punto di vista ambientale. Insomma il Governo ha manifestato grande soddisfazione, col ministro Salvini su tutti per l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti arrivata due giorni nel Consiglio dei Ministri. 

Codice degli Appalti, Alessandro Genovesi (Fillea CGIL) a Notizie.com

Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea CGIL
Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea CGIL, foto Ansa

Netta invece la contrapposizione con le associazioni di categoria e soprattutto dei sindacati, con la Fillea Cgil che sabato 1 aprile sarà in piazza. Notizie.com ha intervistato in esclusiva, il segretario generale Alessandro Genovesi.

Il nuovo Codice degli appalti è stato approvato, si leggeva nella nota del Ministero delle Infrastrutture, “rivisto e integrato alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari, che ha il pregio di procedere nella direzione della semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione”. Secondo il dicastero si andranno a risparmiare “dai sei mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure” che saranno in vigore dal 1° gennaio 2024. Segretario Genovesi, voi siete di parere decisamente opposto, perché? Cosa non vi convince?

Premessa: se c’è qualcuno che vuole spendere presto, ma anche spendere bene è il sindacato degli edili. Tanto è che due anni fa abbiamo sottoscritto un accordo per realizzare le opere del PNRR, se necessario, con turni h24 e 7 giorni su 7, con un massimo di 8 ore a turno ed obbligo di avere almeno la quarta squadra. Cioè nel rispetto del CCNL edile e soprattutto della sicurezza. Quindi lezioni non le accettiamo su questo da nessuno. Nel merito noi abbiamo sempre evidenziato che in Italia i ritardi nelle opere sono, come ci dicono tutti gli studi, nella fase dall’individuazione dell’intervento all’apertura del cantiere. Quindi il problema non sono mai stati i 15 o 30 giorni legati alla pubblicazione dei bandi nè tanto meno la parte esecutiva.  Quindi non contestiamo le scelte connesse alla velocizzazione amministrativa, contestiamo che si è deciso di abolire l’obbligo di gara per tutti gli appalti sotto i 5,3 milioni di euro (che sono l’80% di tutti gli appalti) perché meno trasparenza rischia non solo di favorire zone d’ombra, creare cartelli, ecc. Soprattutto la cosa più grave è la modifica delle attuali norme che vietano il c.d. subappalto a cascata. Attualmente cioè un’azienda che vince un appalto a 10 euro può attivare un livello di subappalto con un’altra azienda (diciamo a 9 euro). Punto. Cioè la seconda azienda non può subappaltare ulteriormente il subappalto ricevuto. Da domani sarà possibile il subappalto del subappalto del subappalto…. Per questo il 1° Aprile saremo in piazza, iniziando una lunga vertenza.

 Genovesi (Fillea CGIL) a Notizie.com: “Non restiamo fermi a guardare, sabato saremo in piazza”

Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea CGIL
Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea CGIL, foto Ansa

Lo ha appena ricordato lei: “Il primo aprile saremo in piazza con la Uil per chiedere modifiche al governo. Se non arriveranno risposte, dal primo luglio, quando il Codice entrerà in vigore, siamo pronti ad avviare una stagione di vertenze sindacali e legali a partire dalle responsabilità delle stazioni appaltanti: Comuni, Regioni, Anas, Ferrovie”. Quali sono le vostre proposte di modifica? Cosa volete e realisticamente potrete ottenere?

Chiediamo di mantenere il divieto di sub appaltare oltre il primo livello. Chiediamo che i RUP (responsabili unici del procedimento) cioè la stazione appaltante verifichi prima di autorizzare ogni subappalto, chiederemo ai Prefetti di segnalare opera per opera i settori a rischio infiltrazioni e chiederemo ai Sindaci e ai Presidenti di Regione di fare contrattazione di anticipo a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Tutele concrete non sulla carta. Non so con questo Governo cosa potremmo ottenere perché non vi è mai stato in 6 mesi un solo tavolo di confronto, anche solo per ragionare insieme di possibili soluzioni condivise, come invece avvenne con tutti i Governi passati, compreso il Conte 1 e il Governo Draghi, governi in cui mi pare la Lega e Forza Italia avessero qualche ruolo…

Il ministro Salvini sullo sciopero si è già espresso: “Se scendono in piazza vuol dire che il Codice degli appalti è fatto bene”. Cosa risponde?”

“Che il Ministro dovrebbe terminare la sua campagna elettorale nel tentativo finora neanche riuscito di recuperare voti alla Meloni, sedersi con il sindacato per entrare nel merito dei problemi e esercitare con “onore e diligenza” il proprio compito”.

Davvero il nuovo Codice degli appalti riporta indietro il nostro Paese di 30 anni sul rischio infiltrazioni mafiose? Ci spiega meglio perché?

Ci riporta indietro di più di 30 anni sulla questione dell’unicità del ciclo produttivo, della qualificazione delle imprese e del cantiere. Liberalizzando il sub appalto si  creano  evidenti zone d’ombra in termini di legalità, sia per la scelta di assegnare appalti in modo diretto, permettendo all’amministrazione anche dell’ultimo dei comuni, senza ufficio tecnico adeguato, di scegliersi le imprese , sia per la scelta di liberalizzare i sub appalti. Chi ha interesse a prendere il sub appalto del sub appalto del sub appalto per controllare magari le forniture? Chi ha interesse nella compressione dei costi a prendere un sub appalto di 3° o 4° livello a 5 euro quando magari costa 5,5 euro, avendo quindi perdite formali ma riciclando somme di provenienza illegale?”

Tra le novità anche la possibilità, per gli appalti fino a 5,3 milioni di euro, per le stazioni appaltanti di “decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti”. Per gli appalti fino a 500mila euro funzionerà allo stesso modo: “Le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Taglio dei tempi notevole soprattutto per quei piccoli comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità che hanno tanta importanza per la vivibilità dei luoghi e il benessere delle proprie comunità”. Procedure che semplificano troppo? Più semplificazione, meno burocrazia ma maggiori rischi per voi?

Le piccole stazioni appaltanti non hanno tecnici, hanno forse un solo dirigente, ma soprattutto se non sono obbligati alle gare non arriveranno oltre le imprese che già conoscono, in un mondo globale dove con un click si può fare tanto e velocemente. Qui i tempi non c’entrano nulla perché ricordo l’obbligo di bando di gara vuol dire pubblicizzare per 30 giorni riducibili a 15 su giornali o siti internet un appalto. Si vuole in realtà permettere al sindaco di turno di potersi creare le proprie liste di “aziende fiduciarie” che vuol dire di fatto monopoli o oligopoli privati (e quindi se vi lavori sai che potrai lavorare solo in quelle aziende e con quelle aziende). Le liste fiduciarie furono abolite dopo gli scandali di Tangentopoli…

Alessandro Genovesi: “Non resteremo fermi a guardare dal buco della serratura”

Sabato dunque si scende in piazza, poi immagino però che tentativi di trovare mediazioni col Governo verranno fatti per le modifiche che chiedete. Come e secondo quali step?

La domanda andrebbe posta al Presidente del Consiglio che nel discorso di insediamento disse che, viste le difficoltà del Paese, avrebbe coinvolto le organizzazioni sindacali. Peccato che nonostante diverse richieste di aprire un tavolo di confronto, ad oggi non abbiamo avuto risposta. Noi siamo sempre pronti al confronto, ma non stando fermi o guardando dal buco della serratura. I lavoratori edili sono persone tranquille ed operose, ma non stupide nè prive di coraggio e forza sindacale. Quindi andremo avanti…”

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