Imprenditore russo evaso, tirata d’orecchie degli USA ad Italia

Imprenditore russo evaso dai domiciliari, arriva la tirata d’orecchie degli USA nei confronti del nostro Paese

Imprenditore russo
Artem Uss (screenshot video YouTube) Notizie.com

Una strigliata, bacchettata, redarguizione: insomma, gli Stati Uniti D’America puntano il dito contro il nostro Paese. Quest’ultimo colpevole di non essere stato attento nella vicenda che riguarda l’uomo inquadrato in foto. Ovvero l’imprenditore russo Artem Uss. Quest’ultimo, infatti, è evaso dai domiciliari dopo aver tagliato il braccialetto elettronico. Anche perché, nel mese di novembre, il dipartimento di Giustizia americano aveva scritto a quello italiano: esortando, di fatti, le nostre autorità a prendere tutte le possibili misure nei suo confronti.

Ed anche disporre la custodia cautelare nei confronti dell’uomo. In questi giorni si è parlato molto di lui. Per chi non lo conoscesse si tratta del figlio del governatore di una regione siberiana. Non si hanno più sue notizie da meno di una settimana. Precisamente dal 22 marzo quando nel Milanese ha rotto il braccialetto elettronico e se l’è data a gambe levate. Una volta che si era diffusa la notizia della concessione dei domiciliari, dall’America avevano chiesto molta attenzione all’Italia. Tanto è vero che nella stessa sottolineavano l’esigenza di garantire che l’indagato non si sottrasse alla possibile consegna per tutta la durata del procedimento di estradizione.

Imprenditore russo evaso dai domiciliari: “Non sono sicuri”, stoccata dagli USA

Imprenditore russo evaso dai domiciliari
Artem Uss (screenshot video YouTube) Notizie.com

Nel corso del comunicato gli americani ci avevano tenuto a ribadire sul fatto che i domiciliari non fossero così sicuri nei suoi confronti. Tanto è vero il dipartimento americano aveva ribadito in questo modo: “Non garantiscono efficacemente la disponibilità del latitante per un eventuale consegna“. Per essere molto più precisi e chiari avevano stilato i nomi di altre tre persone che erano scappati dopo la concessione del “carcere in casa”. Non solo: nello stesso documento si faceva riferimento ad un altissimo rischio che l’imprenditore russo potesse scappare dai domiciliari.

Ricordiamo che l’uomo venne bloccato a Malpensa il 17 ottobre dello scorso anno. Per lui fu emanato un mandato d’arresto internazionale dell’Autorità giudiziaria di New York, Il giorno prima della sua sparizione la Corte d’Appello di Milano aveva concesso l’estradizione verso gli USA. I giudici del capoluogo lombardo avevano riconosciuto le accuse contestate di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia. Con tanto di elusione delle sanzioni e di frode bancaria. Discorso inverso, invece. per quelle di contrabbando di tecnologie militari dagli Usa verso la Russia.

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