Berlusconi, l’antimafia indaga su un tesoro di 70 miliardi di lire

Una parte del patrimonio del Cavaliere è finita sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati antimafia di Firenze che indagano sui mandanti delle stragi del 1993

Silvio Berlusconi è finito ancora una volta sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati. Questa volta la causa è un flusso di denaro di dubbia provenienza entrato nel patrimonio della Fininvest tra il 1977 e il 1980. Le carte sono in mano ai pm di Firenze nel corso dell’indagine ancora aperta sui mandanti delle stragi del 1993.

Berlusconi, 70 miliardi di lire sotto indagine
Berlusconi, 70 miliardi di lire sotto indagine (Ansa) – Notizie.com

Le migliaia di carte esaminate dai consulenti tecnici nel corso del procedimento fiorentino guidato dai procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco hanno portato alla luce circa settanta miliardi e mezzo di lire entrate nel patrimonio del gruppo Fininvest e per le quali non si riesce a trovare una qualificazione plausibile sulla provenienza. La domanda al vaglio dei magistrati inquirenti riguarda proprio l’origine di questo denaro che ha favorito la crescita di un imprenditore in rampa di lancio com’era in quegli anni Silvio Berlusconi. La novità segue la linea seguita già dai magistrati di Palermo sui rapporti tra cosa nostra e il mondo imprenditoriale, che vede coinvolti in particolare Berlusconi e Dell’Utri. Quest’ultimo avrebbe agito da mediatore, fornendo il gancio ai mafiosi per contattare il promettente imprenditore che di lì a pochi anni arriverà al vertice del paese.

70 miliardi di lire: tra bonifici, contanti e ricapitalizzazioni

I 70 miliardi di lire senza paternità provengono da operazioni di diverso genere. Tra questi sono presenti già i ben noti 16,9 miliardi provenienti da una serie di finanziamenti al gruppo Fininvest alla fine degli anni ’70 ricostruiti attraverso la cosiddetta “lista Dal Santo” ricostruita dagli inquirenti di Palermo sulla base dell’elenco trovato nell’agenda di un commercialista di origine siciliana al tempo sindaco revisore legato al Cavaliere. Le novità in arrivo da Firenze riguardano invece una serie di ricapitalizzazioni sospette sempre sul finire del decennio. Tra i nuovi documenti emerge come nel processo di costruzione dell’impero del Biscione vi siano una serie di anomalie di difficile spiegazione.

Le indagini sul rapporto tra Cosa nostra e Fininvest
Le indagini sul rapporto tra Cosa nostra e Fininvest (Ansa) – Notizie.com

Poco prima della loro acquisizione da parte della holding del leader di Forza Italia una serie di società vengono ricapitalizzate per miliardi di lire senza un apparente motivo. In totale tra le ricapitalizzazioni anomale e i bonifici sospetti il tesoretto di dubbia provenienza ammonterebbe a 70 miliardi e mezzo di lire finite nel patrimonio di Fininvest nel giro di pochi mesi. Nelle indagini già svolte in passato in quel di Palermo si è tentato di ricostruire il passaggio di capitale sotto forma di investimento nelle società di Berlusconi tra i mafiosi di cosa nostra e il gruppo, con i proventi dell’attività illecita. L’unico collegamento sembrò essere Dell’Utri al tempo manager di Fininvest e braccio destro di Berlusconi. In quasi 30 anni di indagine quanto raccolto nel rapporto tra i due però sono solo bonifici giustificati dalla riconoscenza del Cavaliere indirizzati verso Dell’Utri che dal canto suo non ha mai tirato in ballo il nome di Berlusconi nel corso dei decenni di indagine sulla natura di quei fondi.

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