La Verità, le chat sui vaccini al Ministero: “Contratti per analfabeti”

A fine 2020, Magrini dell’Aifa diceva sugli accordi fatti con Pfizer: “E’ una presa in giro, nessuno sapeva i contenuti”. Poi però tutti si sono adeguati

Più va avanti l’inchiesta di Bergamo sui vaccini e più si scava su quanto è accaduto durante la gestione della pandemia, più si vengono a sapere cose che collimano poco o nulla con quanto è realmente successo in quel periodo. Segno, questo, che qualcosa che non è andato nel verso giusto c’è eccome. Si parte con la gestione dei contratti dei vaccini, con la Commissione europea si era impegnata a gestire i negoziati e concludere gli accordi preliminari di acquisto. E così, quando un vaccino è disponibile e la Commissione ne autorizza l’utilizzo, grazie alle indicazioni dell’Agenzia europea per i medicinali – Ema, gli stati possono passare all’acquisto delle dosi, sempre nel rispetto dei quantitativi che venivano assegnati.

La scelta
La campagna vaccinale del 2020 (Ansa Notizie.com)

Sono poi gli Stati stessi, tramite un comitato direttivo che scelgono le quantità da prendere e poi distribuire. Ma anche qui c’era qualcosa che spesso non funzionava. In questo comitato direttivo non erano noti nemmeno i nomi dei funzionari incaricati dagli Stati stessi di poter condurre una trattativa in questo senso. La Verità ricorda che fu la trasmissione Report a svelare il nome di uno degli incaricati per conto del Ministero che era Giuseppe Ruocco, segretario generale con responsabilità dei servizi medici per il ministero della Salute.

Scambi di messaggi e chat tra il capo di gabinetto di Speranza a il dirigente Aifa

L'inchiesta
Un omento in cui la gente si prepara a fare il vaccino (Ansa Notizie.com)

A febbraio del 2021 vennero chiusi i primi negoziati per le forniture di un paio di miliardi di dosi di vaccino. Ma non si sa con alcuna certezza nemmeno oggi quanti soldi l’Europa abbia speso. Dalle carte di Bergamo c’è un fitto scambio di messaggi tra fra Nicola Magrini, direttore generale di Aifa e Goffredo Zaccardi, potente capo di gabinetto del ministro Roberto Speranza. nel testo delle chat emerge una certa insofferenza per come vengono gestite tutte queste cose.

L’8 ottobre del 2020, si legge nelle carte dell’inchiesta di Bergamo, Magrini scrive a Zaccardi per lamentarsi di Sileri: «Ma non riuscite a far dimettere Sileri dopo le dichiarazioni improprie e inesatte che ha fatto?». Ma non è tutto. «E Ricciardi? Chi è per parlare in questo modo? Basta non se ne può più…». E’ sempre, Magrini che si lamentava dell’incompetenza del personale del ministero, Ancora Magrini, molto protagonista, che dopo essersi sfogato con il ministro Speranza, tanto da spingere Zaccardi a una contestazione: «Devi comprendere (e hai fatto male a sfogarti col ministro) che qui con le difficoltà politiche e di governo sotto gli occhi di tutti il concetto di guerra e tante battaglie non ti deve mai abbandonare. Se ritieni che tutti debbano cedere il passo a fronte delle tue (legittime) istanze e fai un passo indietro alla prima vera avversità non hai ancora digerito i metodi di lavoro. Ho stima ed affetto per te ma non devi ragionare come una dignità offesa perché gli altri non capiscono. Continua a lottare per ciò in cui credi». Insomma, più si va avanti, più la situazione si ingarbuglia sempre di più e le posizioni dei vari protagonisti sono sempre più oscure

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