Nonostante le apparenze, le dichiarazioni di Djimon Hounsou ancora denunciano un latente razzismo a Hollywood.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione del panorama cinematografico statunitense, grazie alla profonda ridefinizione degli equilibri tra le numerose etnie presenti nellâindustria. Dalla presenza di centinaia di afroamericani allâinterno dellâAcademy Awards degli Oscar, fino alle decine di film in cui viene condannato e analizzato il problema del razzismo, Hollywood ha dimostrato, almeno apparentemente, di aver preso a cuore la questione della discriminazione razziale.
Tuttavia, il bel quadretto appena esposto, non è esattamente ciò che emerge dalle recenti dichiarazioni di Djimon Hounsou, il quale, intervistato dal The Guardian, si è voluto sfogare nei confronti di un trattamento economico ingeneroso.Â
Lâattore e modello naturalizzato statunitense vanta una carriera davvero sfavillante, costellata di grandi successi al botteghino, che non riflettono i modesti cachet percepiti. La rivelazione al grande pubblico avviene poco dopo il suo debutto nellâindustria, grazie al ruolo di protagonista ricoperto in Amistad, film del 1997 diretto da Steven Spielberg, che ha ricevuto ben quattro candidature agli Oscar. Da Il Gladiatore (2000), passando per Tomb Rider (2003) e Constantine (2004), fino ad arrivare ai cinecomic come Guardiani della Galassia (2014) o il recentissimo Shazam! Furia degli dei (2023), Hounsou ha collezionato presenze in produzioni mastodontiche, senza mai beneficiare davvero delle smisurate quantitĂ di denaro in ballo: âSto ancora lottando per cercare di guadagnare qualche dollaro! Ho avuto a che fare con persone che sono assolutamente benestanti e che hanno ben poco dei miei riconoscimenti. Quindi mi sento imbrogliato, tremendamente imbrogliato, sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista del carico di lavoroâ.
Hounsou prosegue: âMi è capitato di andare a fare riunioni con gli studio e di sentirmi dire: âWow, pensavamo fossi appena sceso dalla nave e poi te ne fossi andato via [dopo Amistad]. Non sapevamo che fossi rimasto qui come vero attore!â. Quando si sentono cose del genere, si capisce che la visione che alcuni hanno di te, o di ciò che rappresenti, è molto limitante. Ma è quello che è. Sta a me riscattarla. Devo ancora dimostrare perchĂŠ merito di essere pagato. Mi propongono sempre una cifra molto bassa âAbbiamo solo questa cifra per il ruolo, ma ti amiamo cosĂŹ tanto e pensiamo che tu possa portare cosĂŹ tantoâ. Lâattore ha poi concluso, tirando in ballo lâesperienza di una celebre collega: âViola Davis lâha detto in modo splendido. Ha vinto un Oscar, un Emmy, un Tony e ancora non viene pagata. Film dopo film, è una lotta. Non ho ancora trovato un film per cui venga pagato in modo equoâ.