Migranti, il Governo ha bisogno dell’aiuto europeo

Sulla questione dei migranti, sempre di più l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni richiede l’aiuto dell’Unione Europea.

L’esecutivo ha sempre promesso una stretta maggiore sugli sbarchi eppure proprio nelle ultime settimane si è trovata davanti ad una situazione che non credeva di dovere affrontare e che sempre di più lo costringe a combattere i trafficanti, arginare gli sbarchi e, al tempo stesso, garantire i soccorsi ai migranti in mare, senza contare il dover provvedere in modo sbrigativo al rimpatrio delle persone irregolari che altrimenti rischiano di restare per sempre in Italia.

Migranti
Migranti, Notizie.com

Gli obbiettivi del Governo, cosi come la Premier aveva anche detto nel Consiglio dei Ministri che si è tenuto a Cutro, erano quelli di portare avanti una lotta stretta contro i responsabili della tratta e il conseguente aumento anche dei Centri di Permanenza per i Rimpatri.

Peccato che senza l’aiuto da parte dell’Unione Europea, tutti questi progetti sembrano davvero essere irrealizzabili e poco concreti. Ma approfondiamo ancora di più il discorso.

Migranti, la Premier Giorgia Meloni ha in mente una soluzione

Come detto prima, il problema legato ai migranti e agli sbarchi degli ultimi giorni non è di facile soluzione, eppure la Premier Giorgia Meloni, cosi come riporta il Giornale, pare avere lavorato a lungo su alcune soluzioni.

Giorgia Meloni, foto fonte Ansa. Notizie.com

Tanto per cominciare la lotta ai migranti, per poterla realizzare come lei stessa aveva confermato: “Basterebbe una nuova versione di Sophia, la missione navale europea rimasta operativa dal 2015 al marzo 2020”. Stando alle sue parole, questa nuova missione potrebbe garantire non solo il salvataggio in mare, m anche l’impiego degli assetti militari utili per combattere i trafficanti che si trovano sulle coste libiche. Un progetto che però almeno per il momento si scontra con il pensiero dei partner europei che sembrano essere poso disposti a riesumare delle vecchie missioni.

Come seconda opzione, ci sarebbe invece quella di realizzare un piano basato sull’intensificazione dei rimpatri: “Il decreto messo a punto a Cutro prevede l’ampliamento dei 10 Cpr capaci di ospitare oggi fino a 1378 persone e l’allungamento da tre a sei mesi dei tempi di detenzione” questo si legge sul Giornale.it. Ad ogni modo anche questo sarebbe un progetto di non facile realizzazione, considerando che  il problema principale sembra restare quello della mancanza di accordi sul rimpatrio di molti paesi di origine.
L’Italia conta oggi solo sulle quattro intese sottoscritte con Tunisia, Marocco, Egitto e Nigeria. Intese che spesso prevedono finanziamenti assai esosi e poco compatibili con il numero di irregolari rispediti a casa. E a rendere il tutto più complesso contribuisce l’inerzia europea” conclude poi sempre il Giornale.
Impostazioni privacy