Riscaldamento globale, Coldiretti; “Per l’Italia 2023 è l’anno più caldo di sempre”

I primi mesi del 2023 si sono distinti per il caldo anomalo e per la siccità che ha colpito soprattutto il Nord Italia con un danno economico enorme alle aziende agricole per i mancati raccolti 

Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano, oltre che salumi e prosciutti che da sempre fanno parte delle nostre specialità regionali.

La mancanza delle piogge sta mettendo in ginocchio l’agricoltura – Notizie.com –

La tendenza al surriscaldamento della terra è oramai evidente da anni e la mancanza di piogge sul territorio comporta grandi problemi alle colture e agli allevamenti animali. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

L’anno più secco della storia

Se il 2022 è stato classificato come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, con precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45% che avevano già messo in ginocchio l’intero settore dell’agricoltura in Italia, questo inizio del 2023 sta registrando, se possibile, numeri ancora peggiori. E’ la stessa Coldiretti a lanciare il grido d’allarme per la situazione diventata quasi insostenibile per centinaia di aziende italiane. “E’ l’inizio anno il più caldo di sempre, con una temperatura di 1,44 gradi in più rispetto alla media nei primi due mesi” ha dichiarato la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, dopo i risultati pubblicati dall’Isac Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) che rileva le temperature in Italia dal 1800 e che evidenziano anche precipitazioni molto al di sotto della media nel primo bimestre dell’anno, dopo che già un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. “L’annunciato ritorno della pioggia è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi, ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico” sottolinea Coldiretti, insomma si torna a sperare nella danza della pioggia per ridare fiato alle aziende già in grande difficoltà.

L’inizio del 2023 risulta essere il più caldo della storia – Notizie.com –

La speranza di riempire i grandi invasi

Nell’immediato il risultato di queste anomale temperature e della scarsità di pioggia, sempre secondo Coldiretti, è che “ci sono circa 300mila imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità soprattutto nelle aree del Centro Nord, con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana, dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento, che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo”. Le piogge dovrebbero arrivare prima possibile per riempire quegli invasi veri e proprie riserve idriche soprattutto delle grandi pianure del nord, Lago di Garda, lago di Como e lago Maggiore e ovviamente il fiume Po che nel suo lungo percorso fino al mare attraversa tante regioni. “Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, ma serve anche un aiuto concreto da parte del governo.

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