Beatrice Trussardi, quel particolare della sua infanzia mai svelato prima

Beatrice Trussardi si confessa nella sua intervista al Corriere.it e parla del suo periodo nella scuola delle suore.

E’ certamente una delle imprenditrici più importanti in Italia e non solo, la fondazione Nicola Trussardi che lei stessa guida, proprio in questo 2023 compie 20 anni e il suo grande successo continua a gonfie vele proprio come il primo giorno.

Beatrice Trussardi
Beatrice Trussardi, foto fonte GQ, Notizie.com

Figlia di Nicola Trussardi e Maria Luisa Gavezzeni, è la sorella di Tomaso e Gaia, nella sua carriera si è sempre voluta dedicare all’arte e proprio nella sua intervista per il Corriere.it confessa: “In questi vent’anni io e Massimiliano Gioni  abbiamo creato un progetto che non ha una sede fissa, non ha una collezione, ma, letteralmente, porta l’arte per strada, tra la gente, riapre e rivitalizza luoghi poco o per nulla conosciuti. L’artista viene, lavora, espone e poi è libero di fare quello che vuole con l’opera, noi non imponiamo nulla. Dunque, l’opera se ne va. Quello che resta è la memoria di qualcosa: di una chiesa che nemmeno sapevi che ci fosse, di una piscina gigantesca e abbandonata che sta a pochi metri da casa tua”.

Delle parole davvero importanti che sotto un certo punto di vista fanno comprendere ancora meglio la passione che da sempre la lega a questo mondo, eppure ad avere colpito è stata la rivelazione sulla sua infanzia di cui forse nessuno era a conoscenza.

Beatrice Trussardi: “Cresciuta dalle suore, delle volte volavano schiaffi”

Non ha peli sulla lingua la nota imprenditrice italiana che sempre nella sua intervista per Corriere.it parla anche della sua infanzia, rivelando di avere frequentato la scuola dalle suore e aggiungendo: “Rigore forse estremo, ogni tanto volava pure qualche schiaffo. Ma io ero brava: una volta una suora disse a papà che sarei diventata una perfetta religiosa, avrebbe dovuto pensarci”.
Beatrice Trussardi, foto fonte Corriere.it. Notizie.com
Eppure alla fine la sua vita è stata davvero ben diversa da quella che le avevano prospettata da giovane: due figli, un matrimonio, laurea in Art Bussiness & Administration all’università di New York e tante collaborazione, tra cui quella con il Guggenheim, il Metropolitan e il MoMA, fino al suo ritorno in Italia che forse nessuno si sarebbe mai aspettato, ma di cui la giovane ha ammesso: “Prima venne la laurea in Architettura e pensi che in America lavorai per un breve periodo con Peter Marino, ma non era l’eccentrico che è oggi, era un signore più sobrio. Ma negli Stati Uniti capii che si può fare arte in modo dinamico e non paludato, innovativo e non conservatore. Capii che il contemporaneo ha tante possibilità espressive”.

Insomma una vita all’inseguimento dell’arte, campo che le è sempre piaciuto e su cui fin da giovane ha fatto partire i suoi grandi interessi, gli stessi che le hanno permesso di arrivare agli altissimi livelli in cui si trova ancora oggi.

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