Inchiesta Covid, l’ammissione di Crisanti che inguaia Speranza

Inchiesta Covid Bergamo, arrivano le dichiarazioni da parte del microbiologo Andrea Crisanti. Quest’ultimo ha puntato il dito contro l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza

Inchiesta Covid
Il microbiologo Andrea Crisanti (Ansa Foto) Notizie.com

In quest’ultimo periodo non si sta facendo altro se non parlare dell‘inchiesta di Bergamo per quanto riguarda la gestione del Covid. In particolar modo all’epidemia che è scoppiata nei primi mesi del 2020 che ha portato l’Italia ad una inevitabile zona rossa. Nella lista delle persone indagate figurano anche i nomi di Attilio Fontana, Giuseppe Conte e Roberto Speranza. In merito a quanto accaduto, in relazione agli atti su questa inchiesta, ha voluto nuovamente dire la sua Andrea Crisanti. il microbiologo ha ricordato che l’Italia, quando è scoppiata la pandemia, aveva un manuale di istruzione da seguire.

Anche se, lo stesso, non sarebbe stato per nulla seguito dai vertici alti del ministero. Anzi, addirittura scartato. In particolar modo da Speranza che lo aveva considerato come un piano non ideale per sconfiggere il virus, ma per un virus influenzale. Tanto da aggiungere: “L’allora ministro Roberto Speranza, il prof Brusaferro, il dott. Miozzo, il dott. D’Amario erano a conoscenza del Piano Covid, degli scenari di previsione e della gravità della situazione e presero la decisione di segretare il piano per non allarmare l’opinione pubblica“. Una circostanza di cui i vertici della Regione Lombardia ne erano a conoscenza.

Inchiesta Covid Bergamo, Crisanti “inguaia” Speranza

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Il microbiologo Andrea Crisanti (Ansa Foto) Notizie.com

Insomma, piene responsabilità da parte del governo per quanto riguarda la mancata zona rossa in Val Seriana. Non è finita qui visto che, il 27 e 28 febbraio del 2020, l’allora ministro della Salute aveva ricevuto i primi dati sulla catastrofe che stava facendo il Covid. Tanto è vero che il 2 marzo, i fatti di Alzano e Nembro, furono oggetto di una riunione straordinaria da parte del Cts, Che non fu verbalizzata da Speranza e Conte. Alla Procura di Bergamo, però, dissero di essere venuti a conoscenza di tutto questo il 4 ed il 5 marzo. Questo è quello che fa sapere Crisanti nella sua consulenza.

La documentazione acquisita dimostra oltre ogni ragionevole dubbio di come il Cts, il Ministro Speranza e il Presidente Conte avessero a disposizione tutte le informazioni e gli strumenti per valutare la progressione del contagio e comprendere le conseguenze in termini di decessi. Sulla base delle previsioni dello scenario con Rt 2 il Cts stesso e il ministro Speranza condivisero la decisione di secretare il Piano Covid (elaborato dall’epidemiologo Stefano Merler), per non allarmare l’opinione pubblica”. Sulla riunione del 2 marzo del Cts con Conte e Speranza, Crisanti scrive che “il Dott. Miozzo stende il verbale che non condivide con nessuno e rimane in suo possesso“.

 

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