La Russia minaccia l’Italia: le parole di Lavrov spaventano tutti

La minaccia del ministro degli esteri russo, spaventano l’Italia. Ecco il prezzo che il nostro Paese rischia di dover pagare al conflitto in Ucraina

L’Italia rischia di pagare un costo molto alto alla guerra in Ucraina. Tra il caro bolletta già registrato e che continua a gravare sulle tasche delle famiglie, i continui sali e scendi della benzina (che hanno portato anche a forti scontri all’interno del panorama politico italiano), l’economia nostrana sta soffrendo in modo notevole i blocchi imposti alla Russia e i mancati arrivi di materie prime e materiali elettronici dalle zone colpite dal conflitto.

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Il ministro russo Lavrov minaccia l’Italia – Notizie.com –

Ma al peggio sembra non esserci fine. Secondo quanto analizzato infatti dalla Coldiretti, la nostra economia potrebbe subire ulteriori problemi. Alla luce dei possibili blocchi sulle importazioni, il nostro Paese rischia di pagare un prezzo altissimo. Nei giorni scorsi il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov è intervenuto in una riunione del G-20, dove erano presenti gli altri ministri che si occupano di politica estera. Il portavoce del Cremlino ha minacciato di non confermare l’accordo raggiunto con Nazioni Unite, Turchia e Ucraina per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, in scadenza il 18 marzo prossimo.

Una situazione che porterebbe enormi difficoltà a gran parte degli Stati europei. Su tutti, l’Italia. Secondo l’analisi della Coldiretti infatti, se venisse confermato questo blocco, l’Italia rischierebbe di perdere oltre 1,5 miliardi di grano, mais e olio di semi. Questo infatti il numero di queste materie prime, sbarcate nella nostra Nazione nel corso degli ultimi trecentosessantacinque giorni. Un problema enorme, per un settore già in grossa difficoltà.

I numeri dell’importazione italiana sono infatti ingenti: nel corso del 2022 il nostro Paese ha fatto entrare dall’Ucraina oltre 239 milioni di chili di olio di girasole, con un aumento rispetto all’anno precedente del 9 %: Sono invece  248, i milioni di chili di grano (l’aumento in questo caso è monstre: oltre il 103%). In Italia sono poi entrati 1,1 miliardi di chili di mais (+80% rispetto al 2021). L’Italia, secondo quanto annunciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni”. Secondo Prandini, “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

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La Coldiretti lancia l’allarme in Italia – Notizie.com

Il rischio immigrazione

Ma non è solo l’Italia a temere per il peggio. Lo stop delle navi cariche di cereali e prodotti agroalimentari, potrebbe far aumentare notevolmente il rischio carestia in oltre 53 Nazioni dove, per l’Onu,  la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione. Un pericolo quindi anche per la stabilità politica proprio mentre – sostiene la Coldiretti – si moltiplicano le tensioni sociali ed i flussi migratori, anche verso l’Italia.

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