Covid, bozza decreto zona rossa: uno tra Conte e Speranza non firmò

Covid, bozza decreto zona rossa: uno tra l’allora ex premier Giuseppe Conte e Roberto Speranza non firmò l’ordinanza 

Conte e Speranza
Giuseppe Conte e Roberto Speranza (Ansa Foto) Notizie.com

Il 14 gennaio del 2021 gli investigatori della Procura di Bergamo trovato un provvedimento che tutti gli italiani stavano aspettando. Lo stesso che, però, a quanto pare, era rimasto chiuso in un cassetto. In quel giorno vennero effettuare delle perquisizioni all’interno del Ministero della Salute ed anche all’Iss. Per quanto riguarda l’inchiesta legata alla pandemia. Tanto è vero che, al ministero, è stata trovata una bozza di decreto. In questa cartellina si indicavano i comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Dovevano essere aggiunti, in questo elenco, altri 11 paesi dove la zona rossa esisteva già.

Nella bozza c’era scritto che, per tutta la settimana, tra lunedì 2 marzo de 2020 e sabato 6 il governo era stato ad un passo dall’istituzione della zona rossa nei due comuni della Val Seriana. Ovvero dove il Covid stava mietendo i primi positivi e, soprattutto, le prime vittime. Anche se, non è finita qui, visto che in quella bozza qualcosa ha catturato l’attenzione da parte degli investigatori. Ovvero che era presente solamente una firma importante e non due. I protagonisti in questione sono l’ex presidente del Consiglio (ed ora leader del Movimento 5 Stelle) Giuseppe Conte e l’allora ministro della Salute, Roberto Speranza.

Covid, bozza decreto zona rossa: Speranza firmò, Conte no

Bozza decreto zona rossa
Roberto Speranza e Giuseppe Conte (Ansa Foto) Notizie.com

La bozza di provvedimento era stata firmata da Roberto Speranza. Anche se mancava quella più importante, ovvero quella dell’attuale “grillino”. Segno del fatto che, all’epoca, il governo non era affatto d’accordo su questa situazione. Il ministro voleva seguire alla lettera quello che il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) aveva annunciato pochi giorni prima. Ovvero di chiudere i due paesi in questione. Mentre l’ex premier cercava di prendere tempo fino a quando, tra il 6 ed il 7 marzo, decise di allargare i divieti in Lombardia.

Nel frattempo vanno avanti, sempre di più, le indagini che riguardano questo caso. La cosa certa è che la Procura ha ribadito: Conte indagato per la mancata zona rossa, mentre Speranza no. Per quest’ultimo, infatti, quella della zona rossa era l’unico modo per poter “uscire” da questa situazione. Non per Conte che decise di non mettere “nero su bianco” su quella bozza che sta destando molte polemiche.

Impostazioni privacy