Inchiesta Covid Bergamo, 19 gli indagati: 3 filoni dell’indagine

Inchiesta Covid Bergamo, sono 19 le persone che sono finite nella lista delle persone indagate. Tre, invece, sono i filoni dell’indagine che ora vi riveliamo

Inchiesta Covid Bergamo
Inchiesta Covid Bergamo (Ansa Foto) Notizie.com

La notizia è stata annunciata, come un fulmine a ciel sereno, nella serata di ieri e riguarda, appunto, l’inchiesta Covid di Bergamo. Nella lista degli indagati figurano 19 persone. Tra questi spunta l’ex presidente del Consiglio (ed ora numero uno del M5S) Giuseppe Conte, Roberto Speranza, Attilio Fontana e Giulio Gallera. Sono tre i filoni dell’indagine che è stata chiusa proprio nella serata di ieri da parte della Procura della città lombarda. Ovvero quella riguardante la mancata zona rossa, il piano pandemico e soprattutto quella dell’ospedale di Alzano Lombardo.

Secondo quanto riportato dalla stessa Procura (con la consulenza del microbiologo Andrea Crisanti) la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti. Gli atti che riguardano sia Conte che Speranza verranno inviati al Tribunale per i ministri. Il piano pandemico avrebbe potuto frenare l’avanzata del virus. Non solo: avrebbero potuto garantire quei dispositivi che servivano (come guanti, mascherine e tamponi) che per settimane risultavano introvabili. Per quanto riguarda l’ospedale di Alzano i dubbi rimangono sull’assenza di  interventi nei reparti.

Covid inchiesta Bergamo, tre i filoni dell’indagine

Conte e Speranza indagati
Giuseppe Conte e Roberto Speranza (Ansa Foto) Notizie.com

Le immagini delle bare di Bergamo, trasportate dai mezzi militari, sono state un colpo al cuore per tutto il Paese ed hanno fatto inevitabilmente il giro del mondo. Basti pensare che nella primavera di tre anni sono state riempite più di 3mila bare (tra la fine di febbraio e quello di aprile dello stesso anno). I dati, purtroppo, non mentono visto che a Bergamo ci furono più di 6mila vittime in quell’arco di tempo per via del Covid. Ad avviare le indagini sono stati gli uomini della Guardia di Finanza.

Le stesse che sono state definite in una nota che recita così: “Indagini articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti acquisiti e sequestrati, sia in forma cartacea che informatica, presso il ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità, il Dipartimento della Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti“. Non è da escludere che nelle prossime ore possano esserci delle importanti novità in merito.

Impostazioni privacy