Adani Group e l’accusa di truffa: da terzo uomo più ricco al mondo al default

I guai dell’Adani Group che scuote tutta l’India, dall’investitore statunitense Hindenburg Research l’accusa di frode e manipolazione delle azioni che spaventa il mercato finanziario

Gautam Adani, l’uomo più ricco dell’Asia e dell’India, secondo Forbes ha visto il suo patrimonio precipitare al settimo posto nella lista delle persone più ricche del mondo nel solo giorno di venerdì scorso quando, perdendo oltre 22 miliardi di dollari, la sua fortuna è scesa a circa 97 miliardi di dollari.

Gautam Adani fondatore dell’Adani Group – Notizie.com – Ansa foto

Adani è un imprenditore indiano, miliardario, presidente e fondatore nel 1988 del Gruppo Adani, una multinazionale con sede ad Ahmedabad, impegnata nello sviluppo e nelle operazioni portuali in India. Nel tempo ha diversificato il business in risorse, logistica, energia, agricoltura, difesa e aerospaziale.

Uno degli uomini più ricchi al mondo

Il miliardario indiano Gautan Adani è stato accusato dalla società di ricerca degli investimenti Hindenburg Research di aver manipolato il valore delle azioni della sua holding, Adani Group, e di aver perpetrato per decenni una frode contabile. L’indagine di Hindenburg Research, durata due anni, ha rivelato come il gruppo Adani avrebbe apprezzato il valore delle azioni di sette delle sue società, che sarebbero cresciute così dell’819%. Le stesse aziende inoltre avrebbero dato in pegno delle azioni gonfiate per ottenere prestiti, mettendo l’intera holding in una situazione finanziaria precaria. Un’indagine che comunque già si è abbattuta sul gruppo Adani come un cataclisma, con il mercato finanziario che sembra aver già scelto da che parte stare, tanto che alla prima riapertura, dopo la pubblicazione delle 100 pagine di dossier, la capitalizzazione del Gruppo Adani ha perduto quasi nove miliardi di dollari, facendolo scivolare indietro nella classifica dei paperoni più ricchi al mondo.

Il Gruppo Adani comprende un mix di attività- Notizie.com

Un’accusa molto pesante

“I membri della famiglia Adani avrebbero collaborato per creare entità di comodo offshore in giurisdizioni paradisiache come Mauritius, Emirati Arabi Uniti e Isole dei Caraibi, generando documenti di importazione/esportazione contraffatti in un apparente tentativo di generare un fatturato falso o illegittimo e di sottrarre denaro alle società quotate”queste alcune delle accuse avanzate all’interno del reportage di Hindenburg Research che accusa la società indiana di essere coinvolta in uno “sfacciato schema di manipolazione delle azioni e di frode contabile”.

Sempre secondo la ricerca, le società della holding di Adani avrebbero dato in pegno delle azioni gonfiate per ottenere prestiti, utilizzando schemi corruttivi, riciclaggio di denaro e appropriazioni di fondi pubblici, mettendo a rischio anche l’intera sopravvivenza della società. Nel frattempo è arrivata immediata la risposta di Adani Group che ha respinto le accuse mosse da Hindenburg Research, tramite il capo legale del Gruppo Jatin Jalundhwala, che ha definito il rapporto della società di ricerca “malizioso e non studiato”, aggiungendo che il gruppo indiano sta già “valutando le disposizioni pertinenti ai sensi delle leggi statunitensi e indiane per azioni correttive e punitive contro Hindenburg Research, in quanto il rapporto presentato il 24 gennaio ha influenzato negativamente il gruppo Adani, i nostri azionisti e investitori”.

Impostazioni privacy