Il Centro Nord vince per la qualità del lavoro rispetto al Sud

Per quanto riguarda l’Italia, a primeggiare in fatto di qualità del lavoro è proprio il Centro Nord, difficoltà invece per chi vive al Sud.

I risultati sembrano proprio parlare chiaro, sul sito Agi.it, pare proprio che l’Italia sia come sempre divisa in due parti anche per quanto riguarda la qualità del lavoro di lavoratori e lavoratrici.

Qualità del lavoro
Qualità del lavoro, Notizie.com

A primeggiare sono infatti i lavoratori e le aziende del Centro Nord, un risultato schiacciante che lascia indietro invece il Sud: questo è quello che è venuto fuori da una ricerca portata avanti dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche su imprese e lavoratori che: “Colloca il nostro Paese in una sorta di ‘terra di mezzo tra quelli dove la qualità del lavoro è più elevata, come i paesi scandinavi ma anche Germania, Austria, Svizzera e i paesi dell’Est Europa che sono in fondo alla classifica soprattutto per una scarsa protezione nel mercato del lavoro e dell’ambiente lavorativo”.

Ma approfondiamo l’argomento, in particolare sempre secondo quanto riporta lo studio presentato su Agi.it, pare che il 24% dei lavoratori metta a rischio la propria salute sul posto di lavoro e questo dato è sempre più crescente e preoccupante al Sud e tra i dipendenti pubblici. Ma non è finita qua.

Qualità del lavoro, il Sud arranca rispetto al Centro Nord

Come accennato prima, secondo i risultati pubblicati anche sul sito Agi.it, pare proprio che in prima linea per la qualità di lavoro ci sia il Centro Nord che batte di gran lunga il Sud, che invece si trova costretto a restare indietro.

Qualità del lavoro, Notizie.com

Più di un terzo dei lavoratori (37%) dichiara di non avere alcuna flessibilità rispetto all’orario, questo aspetto risulta addirittura più marcato tra le donne (42%) specialmente se dipendenti nel pubblico (50%). Un ulteriore elemento critico evidenziato dai nostri lavoratori riguarda l’immobilismo nelle carriere professionali, che coinvolge il 69% degli occupati e presenta valori addirittura maggiori tra i dipendenti pubblici e tra i giovani 18-34enni (73%)” sono questi alcuni dei dati riportati dal noto studio che lasciano davvero di stucco.

Ma come se non bastasse a questo si aggiunge anche la routine che aumenta sempre di più proprio tra i lavoratori del Mezzogiorno, pare infatti che circa il 71% degli occupati dichiari di portare avanti delle attività sempre ripetitive e in realtà di piccole dimensioni. Insomma, un dato davvero allarmante che ha coinvolto oltre 15 mila lavoratori e 5 mila imprese presenti proprio su tutti il territorio nazionale.

I risultati dell’indagine dimostrano che le imprese che hanno puntato su innovazione, cambiamento organizzativo e buona gestione delle risorse umane sono riuscite a costruire una ‘fortezza virtuosa’ capace di resistere agli shock e di generare un’elevata qualità del lavoro” dichiara il Presidente dell’Inapp Sebastiano Fadda e ancora: “Le imprese capaci di coniugare condivisione e partecipazione delle attività, elevata flessibilità organizzativa, propensione allo smart working e forte orientamento all’innovazione e al cambiamento, che hanno pagato meno lo scotto della recente crisi sanitaria: solo l’11% di esse dichiara di aver subito forti effetti negativi dalla crisi per l’emergenza Covid”.

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