Vialli e Mancini: quell’abbraccio nella notte di Wembley

A volte non serve parlare, non serve guardarsi, a volte basta un abbraccio, forte, intenso, per suggellare un momento, una storia, una vita

E’ un’istantanea, un fotogramma che resterà scolpito per sempre negli occhi e nella mente di chi l’ha visto. Un abbraccio tra due persone, in quel momento non più colleghi di lavoro, ma soltanto amici, da una vita, che ha riempito il cuore di tutti gli italiani.

Un abbraccio può valere più di mille parole

Un abbraccio lungo 29 anni, da Wembley a Wembley per un cerchio ideale che si chiude. Da quel maledetto 20 maggio 1992 in cui la Sampdoria di Vialli e Mancini perse la finale della Coppa dei Campioni contro il Barcellona al trionfo di Euro 2020 con la Nazionale dell’11 luglio 2021, una data che entra di diritto nella storia del calcio italiano.

Un abbraccio carico di sentimento

Gianluca Vialli e Roberto Mancini erano giovanissimi quando approdarono insieme alla Sampdoria allenata da Boskov, ma fortemente voluti dall’allora presidente Paolo Mantovani, un sodalizio che, giorno dopo giorno, è diventato una solida amicizia, prima sul prato verde del rettangolo da gioco per evidenti affinità tecniche, ma soprattutto fuori dal campo per una visione della vita condivisa fin dal primo giorno. Nacquero allora “i Gemelli del gol”, una coppia di attaccanti, insieme a straordinari compagni di squadra, in grado di trascinare la Sampdoria, a suon di gol, fino alle vette inesplorate del calcio italiano ed europeo. Uno storico scudetto, una storica Coppa delle Coppe, tanti altri trofei, vittorie coraggiose, sbarazzine, che hanno incantato anche tutti gli appassionati. Erano giovani e belli e pure vincenti, fino a quella notte famosa dove o fai la storia o resti con una ferita che provocherà sempre dolore. Quel gol di Koeman spezza il sogno massimo di Gianluca e Roberto e di tutti i compagni di squadra, rompe l’incantesimo di Davide contro Golia e quell’ultimo minuto si porta via la Coppa dei Campioni. Si giocava a Wembley, lo stadio più bello d’Europa, e da quel giorno niente sarà più come prima. Non a caso Vialli lascia l’amico di sempre, lascia la sponda blucerchiata di Genova per andare alla Juve. Era finita un’epoca.

Il gol di Koeman a Wembley nella finale di Coppa dei Campioni –

La vita alla fine restituisce sempre

Le carriere proseguono e ognuno trova ancora la gloria per la sua strada, l’amicizia resta salda, forte anche se a distanza, ma forse proprio per questo ancora più forte. Quando Mancini diventa Commissario tecnico della Nazionale e deve trovare un sostituto a un monumento come Gigi Riva per il ruolo di Capo delegazione pensa che l’uomo giusto sia proprio il suo amico Gianluca, che ha sempre avuto un influsso positivo sui ragazzi in uno spogliatoio. Gianluca ora però non è più solo, ha la compagnia indesiderata di un tumore al pancreas da qualche anno: “È salito sul treno con me e io devo andare avanti”, ha spiegato l’ex campione, ma accetta con tutto l’entusiasmo che avevano entrambi quando giocavano insieme.

Vialli non guarda l’ultimo rigore tirato nella finale dell’Europeo del 2021 –

Il resto è storia. La storia di una Nazionale che ritrova d’incanto la magia delle notti magiche, vince una partita dietro l’altra dell’europeo inglese posticipato al 2021 causa la pandemia, fino a giocarsi il titolo continentale proprio a Wembley contro i padroni di casa. Già, Wembley. Dopo i tempi supplementari le squadre sono ancora in parità, saranno i calci di rigore a decidere il vincitore e lo sconfitto. Questa volta Wembley è amico e l’Italia vince il suo secondo titolo europeo. Possono partite i festeggiamenti in campo, Roberto alza le braccia al cielo stravolto dalla tensione, l’amico Gianluca, che per quella stessa tensione neanche ha voluto vedere il rigore decisivo, scatta in campo ad abbracciarlo. Eccolo lì il fotogramma. Il cerchio si è chiuso.

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