Morte Pelè, lo scout italiano che “scoprì” il suo talento

Addio a Pelè, ricordiamo lo scout italiano che ha “scoperto” all’epoca un giovanissimo brasiliano che incantava tutti nel Santos

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Pelè
Pelè (Foto LaPtesse)

Un 2022 che si è chiuso nella peggiore maniera possibile per quanto riguarda lo sport. Nella giornata di ieri se ne è andato, per sempre, uno dei calciatori più forti della storia: Pelè. Una notizia che nessuno mai avrebbe voluto dare. Con lui e Diego Armando Maradona vanno via due pezzi importanti della storia del calcio. Il mondo del calcio piange la scomparsa del brasiliano. A poche ore dalla morte dello stesso, però, spunta fuori una storia che riguarda anche un po’ di Italia.

In particolar modo i primi passi, nel mondo del calcio, da parte di chi sarebbe diventato poi ‘O Rei‘. Se è diventato “Pelè” lo deve anche ad un talent italiano: Giuseppe Ottina. Nato nel 1912, quest’ultimo finì prigioniero degli inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio grazie a loro imparò e si innamorò del gioco del calcio. Dopo la fine del conflitto volle mettere in atto tutto quello che sapeva sul calcio. Tanto da volare in Brasile. Tutti si innamorarono di lui per via delle sue conoscenza tecniche e innovative.

Pelè divento “Pelè” grazie a Giuseppe Ottina

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Pelè
Pelè (Foto LaPtesse)

Tanto è vero che guidò anche alcune squadre minori brasiliane. Con l’obiettivo di valorizzare i giovani scopri prima il 17enne Josè Macia detto “Pepe”. Poi fu proprio il turno di Pelè. Individuato mentre faceva il raccattapalle. Nei momenti di pausa si esibiva con palleggi e numeri pazzeschi che facevano impazzire i tifosi sugli spalti. Ottina rimase incantato, tanto da “costringere” (ed allo stesso tempo convincere) il Santos ad ingaggiarlo.

L’unica pecca e che non lo ha mai allenato, visto che venne allontanato dopo aver ottenuto risultati non all’altezza. Quando ritornò in Italia il suo rapporto con il brasiliano si rafforzò ancora di più. Lo rivide qualche anno più tardi, precisamente nel 1961, quando il Santos arrivò in Italia per una torunée. La meta fu il Piemonte. A Torino, proprio l’allenatore italiano, gli fece visitare musei e monumenti. In cambio di partite amichevoli del Santos che avrebbe giocato nel nostro Paese.

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