Omicidio Stefano Melillo, svolta nell’indagini: c’è un fermo

A distanza di sei anni possibile svolta nelle indagini sull’omicidio di Stefano Melillo: una persona è stata arrestata.

Le indagini per la morte di Stefano Melillo, operaio trovato senza vita in un pozzo il 13 giugno 2016, potrebbero essere arrivate ad una svolta: la Procura di Bari per una persona ha emesso un ordine di carcerazione dopo la condanna in via definitiva.

Omicidio Melillo svolta
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Melillo: c’è un fermo – Notizie.com – © Ansa

A finire in manette e in cella è stata Addolorata Cunzi, la donna ritenuta di aver partecipato all’uccisione dell’amante dopo aver convinto il marito a tendergli un agguato. Come riportato da Fanpage, la donna voleva porre fine alla relazione con la vittima e per questa ragione avrebbe portato il marito ad uccidere Melillo grazie anche alla sua collaborazione.

La 35enne, infatti, avrebbe attirato il suo amante in una trappola dandogli appuntamento nel campo sportivo dove c’era il marito che prima lo avrebbe strangolato con una corda e poi colpito con una spranga di ferro e un grosso masso. Alla fine si sarebbe disfatto del corpo gettandolo in una cisterna per la raccolta delle acque.

L’arresto dopo la condanna definitiva

Carabinieri
L’arresto dei carabinieri è arrivato dopo la condanna definitiva in primo grado – Notizie.com – © Ansa

Il mandato di custodia cautelare nei confronti della donna è stato emesso dopo la condanna in via definitiva da parte della Corte d’Assise nei confronti della donna con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere in concorso.

E’ stato un lungo iter processuale che ha visto la donna anche allontanarsi in Italia e andare in Belgio. Una fuga che è servita a poco visto che prima è stata rintracciata e poi arrestata al suo rientro. Attualmente si trova nel carcere di Trani dove dovrà scontare una condanna a 16 anni.

Una sentenza che pone fine, almeno per il momento, ad un omicidio che ha sconvolto l’intera provincia di Bari e anche l’Italia. Sicuramente nelle prossime settimane i legali della donna faranno ricorso in secondo grado per provare ribaltare la decisione della Corte d’Assise, ma, in attesa del processo, la donna resterà in carcere a Trani.

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