Nuovo Codice degli Appalti: cosa cambia

Nella giornata di ieri sono state rese ufficiali le novità del nuovo Codice degli Appalti: cosa cambia?

Era già nell’aria da molto tempo, adesso però è diventato ufficiale, nella giornata di ieri il Governo Meloni ha messo a segno un nuovo punto della sua campagna elettorale, che riguarda il nuovo Codice degli Appalti.

Codice degli Appalti
Matteo Salvini, foto fonte Ansa. Notizie.com

Il nuovo Codice degli appalti rappresenterà un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della nazione” sono queste le parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che ha raccontato il testo in questione basandosi su due principi fondamentali: il primo è il principio del risultato per fare in modo che il tutto venga svolto nel minore tempo possibile e con migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza e poi il  principio della fiducia ovviamente nei confronti della pubblica amministrazione.

È la migliore battaglia alla corruzione e al malaffare che ci possa essere, più breve l’iter meno uffici devi girare più rapido è l’appalto più difficile per il corrotto incontrare il corruttore. Si aiutano i piccoli comuni, si dimezzano le garanzie chieste alle imprese” queste le parole conclusive dello stesso Salvini.

Codice degli Appalti, ecco quale sono le novità

Tante le novità introdotte con il nuovo Codice degli Appalti, come riporta il Corriere.it, si parte dalla digitalizzazione: il metodo efficace verso la modernità, il punto fondamentale si individua nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici, nel fascicolo virtuale dell’operatore economico, appena reso operativo dall’Autorità nazionale anti corruzione, nelle piattaforme di approvvigionamento digitale, nell’utilizzo di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici.
Matteo Salvini,foto fonte Ansa. Notizie.com

Riduzione dei termini per la progettazione, che comprende: “L’istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all’esame di tali progetti; un meccanismo di superamento del dissenso qualificato nella conferenza di servizi mediante l’approvazione con decreto del presidente del Consiglio dei ministri; la valutazione in parallelo dell’interesse archeologico”. E ancora la reintroduzione dell’appalto integrato senza i divieti previsti dal vecchio codice del 2016.

Ma non è tutto, tra i punti cardine presenti nel documento, anche: il cosiddetto subappalto a cascata, per le concessioni scelte senza gara ci sarà l’obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50 e il 60 per cento dei lavori, dei servizi e delle forniture. E ancora: obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5 per cento, con il riconoscimento in favore dell’impresa dell’80 per cento del maggior costo.

Infine, torna la figura del general contractor che sarà: “Tenuto a perseguire un risultato amministrativo mediante le prestazioni professionali e specialistiche previste, in cambio di un corrispettivo determinato in relazione al risultato ottenuto e alla attività normalmente necessaria per ottenerlo”. Per quanto riguarda l’esecuzione, invece, è stata decisa la facoltà per l’appaltatore di richiedere, prima della conclusione del contratto, la sostituzione della cauzione o della garanzia fideiussoria con ritenute di garanzia sugli stati di avanzamento, sempre secondo quanto riporta il Corriere.it.

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