Aumenta la tensione tra Kosovo e Serbia, esplosioni e spari in atto

Aumenta, sempre di più, la tensione tra Kosovo e Serbia. Tanto è vero che nelle ultime ore si sono verificate esplosioni e spari in alcune zone del Paese

Cresce la tensione tra Kosovo e Serbia
Scontri in atto tra Kosovo e Serbia (Ansa Foto)

Cresce sempre di più l’allarme che vede come protagonista il Kosovo e la Serbia. La situazione non è per nulla sotto controllo. Quella appena trascorsa è stata una domenica fatta di esplosioni e spari a raffica. A lanciare l’allarme ci ha pensato la tv serba ‘Rts‘. In particolar modo si registrano danni a Rudare. Anche se in tutto il Nord. Continuano le proteste da parte della popolazione serba, con tanto di barricate e blocchi stradali. Il tutto è scaturito dopo l’arresto da parte di un ex agente della polizia kosovara.

In questo momento sono presenti pattuglie della Forza Nato e della missione civile europea per cercare di riportare il tutto alla calma. Anche se, come riportato in precedenza, la situazione non è delle migliori. Nel frattempo si è deciso di non far uscire nessuno dalle proprie abitazioni. In particolar modo i bambini: le scuole resteranno chiuse. Le novità, però, non sono affatto finite qui visto che anche le elezioni amministrative sono state rinviate.

Alta tensione tra Kosovo e Serbia: spari a raffica

Cresce la tensione tra Kosovo e Serbia
Scontri in atto tra Kosovo e Serbia (Ansa Foto)

Ad annunciarlo è stata la stessa presidente del Kosovo, Vjosa Osmani. Il motivo, ovviamente, non potrebbe essere questo. Si conosce già la data: se ne parlerà il prossimo 23 aprile. In merito all’arresto del poliziotto, ricordiamo che il 5 novembre si era dimesso dall’incarico, unitamente a tutti gli altri rappresentanti serbi della polizia e delle altre istituzioni del Kosovo. Una volta che si era diffusa la notizia i serbi hanno deciso di attivarsi effettuando barricare con blocchi stradali.

I motivi del suo arresto, però, sono ancora del tutto sconosciuti. Si sa solamente che il tutto è avvenuto vicino la frontiera di Jarinje. Proprio nel momento in cui l’ex poliziotto stava tornando da Raska per motivi privati. Il suo arresto è stato condannato da Belgrado. Ad annunciarlo Petar Petkovic, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo. Quest’ultimo non ha usato parole tenere visto che ha parlato di “brutale rappresaglia e intimidazione del premier kosovaro Albin Kurti“.

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