Si cuce labbra con filo ferro, polizia strappa con forza [VIDEO]

Si era cucito le labbra con del filo di ferro per protesta, la polizia glielo strappa con forza: immagini terribili [VIDEO]

Agenti di polizia in azione dopo la protesta di un uomo
Polizia (Ansa Foto)

Stanno facendo il giro della rete le immagini in cui si vede, in azione, alcuni agenti di polizia. Sei di loro immobilizzano un uomo su di lui. A pubblicare il filmato è la pagina di InstagramMai più Lager NO ai CPR‘. Non si capisce molto visto che la maggior parte del filmato è pixellato. L’audio, invece, si sente bene. Un uomo, con la bocca chiusa, che urla e si lamenta. Si tratterebbe di un uomo, di origine tunisina, che si trova rinchiuso nel Cpr di via Corelli a Milano. In attesa di poter essere rimpatriato.

Iniziava ad urlare e lamentarsi con tutte le sue forze. Si trovava lì insieme ad altri detenuti. A quanto pare, per protesta, si sarebbe cucito la bocca con del filo di ferro. Come se lo procurano? Nessuno lo sa e non lo possono rivelare. Alcuni giorni fa sarebbe arrivato il giorno del rimpatrio dell’uomo che si era cucito la bocca. In quelle condizioni non poteva essere imbarcato.

Milano, si cuce la bocca con filo di ferro: interviene polizia [VIDEO]

Agenti di polizia in azione dopo la protesta di un uomo
Polizia (Ansa Foto)

Tanto è vero che si è pensato di adottare la soluzione peggiore: ovvero il ‘fai da te’. Secondo quanto riporta il comitato pare che l’uomo in questione sia stato rimpatriato, lasciando in Italia la moglie ed il figlio. Gli altri detenuti hanno assistito alla scena rimanendo senza parole. C’è anche chi ha filmato l’accaduto. Anche se non si sa ancora come.

Non si tratterebbe affatto del primo episodio che si verifica nell’istituto di via Corelli. Un detenuto, qualche giorno fa, avrebbe addirittura ingerito delle pile del telecomando pur di non essere deportato. Per lui è scattato il ricovero in ospedale. Episodi di violenza, invece, se ne vedono quasi tutti i giorni. Distorsioni, fratture di arti e non solo, tagli e molto altro ancora. Questo è quello che denuncia il Comitato.

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