Qatar 2022: una birra come una caccia al tesoro, servono 11 km a piedi

Il Qatar, paese organizzatore, ha vietato la vendita di alcolici negli stadi in base al divieto religioso di poterli consumare liberamente

E’ il mondiale delle tante contraddizioni, è diventato anche il mondiale delle sorprese, vista la clamorosa sconfitta dell’Argentina nella partita d’esordio contro l’Arabia Saudita, ma resta sempre il mondiale dei divieti e delle privazioni, e la storia dell’inviato di un quotidiano inglese lo conferma.

Il miraggio di una birra ai mondiali di calcio – Ansa foto

Sam Greenhill, inviato del Daily Mail ai Mondiali 2022 in Qatar, ha dovuto percorrere addirittura 11 km per riuscire a trovare, da buon inglese, una birra fresca per dissetarsi. Una storia incredibile, ma che rende bene l’idea del paese che sta ospitando la kermesse iridata.

Il paese dei divieti e delle contraddizioni

La Coppa del Mondo 2022 è cominciata nel weekend con quella che è stata già ribattezzata la partita inaugurale più brutta della storia dei mondiali di calcio, vinta dall’Ecuador contro i padroni di casa del Qatar. Il calcio d’inizio delle manifestazioni avrebbe dovuto mettere in secondo piano le tante contraddizioni di un mondiale mai così carico di veleni e polemiche ancor prima di cominciare. Una di queste ha riguardato anche il divieto di vendita di alcolici, anche dell’adorata birra non solo all’interno degli stessi impianti da gioco, ma anche per un ampio raggio di chilometri intorno a essi. Tutto questo in barba al contratto stipulato tra la FIFA e la Budweiser, del valore di 63.000.000 di sterline, che ha reso la birra americana da sempre “la birra ufficiale della Coppa del Mondo”. 

Una birra come un miraggio nel deserto

Ha fatto molto rumore il divieto arrivato soltanto il giorno prima dell’inizio della manifestazione di servire la birra all’interno degli stadi e nelle zone immediatamente antistanti. Il giornalista del Daily Mail, Sam Greenhill, ha voluto testare in prima persona quanto fosse difficile recuperare una birra in occasione dei Mondiali di Qatar 2022. “Nella Fan Zone, nonostante l’aria di festa che si respira a Doha, non ho trovato nè un bicchiere di birra nè un bicchiere di vino“, ha raccontato il giornalista,  “dopo 5 km di camminata ho trovato una postazione Budweiser, ma era chiusa fino al giorno dopo e comunque dopo le 19.00 per acquistare comunque non più di 4 pinte di birra”. Greenhill a quel punto si rimette in marcia e, dopo altri 5 km, giunge nei pressi di un grande hotel internazionale, un Best Western. Solo qui, dopo un controllo del passaporto che attestava che non fosse un cittadino del Qatar, gli viene permesso di entrare e bersi finalmente una pinta di birra. 

Uno degli impianti che ospita la Coppa del Mondo 2022 – Ansa foto

Una mezza maratona per un boccale di birra

In totale il giornalista inglese ha dovuto percorrere ben 11 chilometri, o 7 miglia se vogliamo dirla all’inglese, per dissetarsi: “Qualcuno mi ha consigliato un hotel di fascia alta, cerco e trovo un Best Western Hotel, mi reco lì, mostro il mio passaporto che dimostrava che non ero cittadino del Qatar e posso finalmente godermi la mia birra fresca. Ma che fatica”, ha concluso Greenhill. Questa è solo l’ultima controversia dei Mondiali 2022 dopo le dichiarazioni dell’ambasciatore sulla manifestazione degli omosessuali, il caso dei finti tifosi e le centinaia di persone che hanno perso la vita nella realizzazione degli impianti.

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