Aiuti per le famiglie più in difficoltà: arriva la carta per la spesa

Si chiamerà “Carta risparmio spesa” e sarà l’iniziativa presa dal Governo per andare incontro alle famiglie con meno possibilità

Per andare incontro alle problematiche delle famiglie più in difficoltà, ieri sera, tra le decisioni prese per la manovra finanziaria durante il Consiglio dei Ministri, il governo ha varato la carta della spesa che i Comuni erogherebbero alle famiglie con un reddito massimo di 15 mila euro che servirà per acquistare i beni di prima necessità.

Varata la carta risparmio per la spesa

Una manovra, quella varata dal governo, destinata ad aiutare le famiglie e le imprese che hanno più bisogno di una mano in questo periodo molto travagliato. E i primi interventi a favore delle famiglie sono anche all’insegna della natalità con il raddoppio del contributo mensile per le famiglie numerose, mentre per quelle più povere c’è il taglio dell’Iva al 5% sui prodotti per l’infanzia come pannolini e omogeneizzati, oggi al 22%.

Una carta per fare la spesa

Una legge di Bilancio da 35 miliardi che la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito “coraggiosa”, varata nell’ultimo Consiglio dei Ministri e che è andata incontro soprattutto ai ceti più deboli che in questo ultimo periodo stanno soffrendo troppo per i rincari esagerati. Una manovra che quindi prova a dare un aiuto concreto alle famiglie più in difficoltà e una delle decisioni prese in tal senso è stato il varo della “Carta risparmio spesa“. Il governo ha deciso infatti che invece di effettuare il taglio dell’Iva su alcuni beni primari come pane, pasta e latte realizzerà una carta risparmio per le situazioni più difficili. Una misura sostenuta da un fondo di 500 milioni di euro.

Giorgia Meloni durante la conferenza stampa -Ansa foto

La spiegazione della Presidente del Consiglio

Nel corso della conferenza stampa di presentazione della manovra approvata,  la stessa Giorgia Meloni ha spiegato il funzionamento di questa “Carta Risparmio Spesa”: “L’attenzione alle fasce più deboli è protagonista anche dello stanziamento di 500 milioni di euro contro il caro-carrello. Noi avevamo ragionato sulla possibilità di azzerare l’IVA su pane, pasta e latte. Dopodiché non abbiamo fatto questa scelta perché ovviamente potendo distinguere il reddito di chi acquistava quei beni, la misura si sarebbe spalmata anche su chi non aveva bisogno di una misura del genere. E quindi le stesse risorse avrebbero impattato meno su chi aveva bisogno, invece, di un aiuto concreto”.

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