“Missili russi in Polonia”: ecco come è nata la falsa notizia dell’AP, il mondo ha tremato

Alcuni giornali statunitensi hanno pubblicato le conversazioni tra il giornalista James La Porta, licenziato, e altri colleghi

Da un funzionario esperto dell’Intelligence americana, sì, missili russi sono arrivati in Polonia. Dalle prime notizie, almeno due persone morte. Non solo, missili sono arrivati in Moldova, ma non ci sono vittime stavolta”. Sembra quasi l’inizio della sceneggiatura di un film (e forse lo diventerà) ma in realtà è il messaggio che compare sulla chat interna dell’Associated Press ed è di James LaPorta, 35 anni, ex Marine e veterano in Afghanistan, reporter assunto dall’agenzia di stampa Ap nel 2020 ed esperto di sicurezza nazionale e di difesa militare. E’ cominciato tutto così, alle 13,32 del 15 novembre quella che diventerà la giornata più convulsa, più paurosa e tesa del conflitto tra Russia e Ucraina: la notizia di missili russi che hanno sconfinato, finendo in Polonia, un membro della Nato, uccidendo due persone. Una notizia di una portata pazzesca che viene subito lanciata da un’agenzia, l’Associated Press, considerata una delle più attendibili, se non la più attendibile del mondo. E nel giro di pochi minuti finisce sui tavoli delle segreterie di Stato di tutto il mondo. Le diplomazie sono entrate in fibrillazione e agitazione, il Pentagono metterà in allerta i suoi referenti in Europa, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a Bali, in Indonesia, per il G20, viene informato dal suo staff. Il rischio che il conflitto si allarghi diventa concreto.

L'attacco
Due missili sulla Polonia hanno creato questa voragine e ucciso due persone (Ansa)

Dall’arrivo di quel messaggio, sulla piattaforma “Slack“, app molto utilizzata da gruppi di lavoro, seguiranno nove minuti di scambi di messaggi tra il reporter e giornalisti esperti, corrispondenti da Varsavia e Mosca e responsabili del desk Europa dell’agenzia. Nove minuti che porteranno a un’escalation tra Usa e Russia che non si registrava dai tempi della crisi missilistica a Cuba del 1962. La notizia, però, non era corretta: ore dopo si scoprirà che i missili erano ucraini ed erano andati fuori traiettoria. L’agenzia manderà una rettifica. Dopo una rapida indagine interna, il giornalista verrà licenziato. Attraverso una portavoce, la Ap chiederà scusa per aver “violato gli elevati standard” di credibilità. Di questo cortocircuito dell’informazione restano quei messaggi, pubblicati da semafor.com, sito web fondato da Ben Smith, ex direttore di BuzzFeed News.

Un’escalation di informazione e verifiche che non hanno risolto il problema anzi, forse l’hanno ingigantito

Il giornalista
James La Porta il giornalista che ha dato la notizia falsa dei missili in Russia è stato licenziato dall’AP

Un minuto dopo la notizia data dal reporter, risponde Lisa Leff, giornalista con 25 anni d’esperienza, responsabile del desk Europa per Ap. “Possiamo metterla in rete – chiede al reporter – o abbiamo bisogno di conferme da un’altra fonte in Polonia?”. “Non spetta a me dirlo”, risponde LaPorta. Interviene Monika Scislowska, giornalista polacca dal 1992 all’agenzia: “Il Paese più vicino – scrive – è Sokal, forse a 25 chilometri di distanza in linea d’aria. Le città più grosse sono Leopoli e Lutsk. Entrambe sono a meno di cento chilometri, forse 90 chilometri da Przewodow, in linea d’aria”. Przewodow è il villaggio dove il missile è esploso. Uno, non due o più come aveva segnalato la fonte dell’Intelligence americana citata dal reporter. A quel punto si inserisce Vanessa Gera, corrispondente da Varsavia: “Visto che il governo polacco ammette l’esistenza di una situazione di crisi, io sarei a favore di mandare un alert così: ‘Varsavia, Polonia – Funzionario esperto dell’Intelligence Usa dice che missili russi sono entrati in Polonia, Paese membro della Nato, uccidendo due persone’”. E poi: “Non posso immaginare che un funzionario dell’Intelligence Usa possa sbagliarsi su una cosa del genere”. E appena sotto: “I media polacchi dicono che due persone sono morte”.

A Leff non basta ancora per mandare la notizia in rete, considerando l’impatto. Vuole il parere di altri colleghi e intanto chiede a LaPorta se è in grado di produrre un secondo lancio per dare seguito alla notizia. “No – risponde lui – in realtà sono dal dottore per un appuntamento. Quello che ho dato è tutto ciò che so, al momento”. Zeina Karam, vice responsabile delle notizie europee, all’agenzia dal 1996, è tra le persone interpellate. Al secondo messaggio di Leff (“per te va bene?”) dà il suo ok: “Sì, dovrebbe andare bene, vedo che la fonte è stata già vagliata da @rnixon”. Nixon è Ron Nixon, giornalista con base a Washington, da settembre vicepresidente dell’agenzia. Il suo nome viene citato nel primo messaggio dal reporter, che nel dare la notizia dei missili segnala che la fonte dell’Intelligence è già stata vagliata in passato dal vicepresidente. Su questo passaggio si innesca un malinteso: il reporter dice che la fonte anonima è stata approvata da Nixon, ma non si riferisce a quella notizia in particolare.

Succede il finimondo: Tra Usa e Urss è gelo totale

L'incontro
Vladimir Putin e Joe Biden (Ansa)

Leff chiede il via libera finale. Ha l’ok della vice responsabile. Uno dei direttori chiamati in causa, Tom Berman, da Chicago, dove è mattina presto, non risponde. “Sì, procediamo”, consiglia la corrispondente da Varsavia, Gera. “Mi chiedo se questo innesca l’Articolo 5”, aggiunge il reporter, consapevole dell’impatto che una storia del genere avrà a livello mondiale. “E’ esattamente il mio pensiero”, commenta Daria Litvinova, da Mosca. L’articolo 5 è quello del Trattato Nord Atlantico.

E’ considerato “sacro”: stabilisce che un “attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto a tutte le parti”. Se la Russia ha colpito la Polonia, è come se avesse colpito tutti i Paesi Nato. “Mando il lancio con l’alert – annuncia Leff per avere un’ultima confermanon vedo obiezioni”. La polacca Scislowska dà un aggiornamento: “Radio Lublino dice che due persone sono state uccise in un’esplosione. Il governatore della provincia Lech Sprawka sta andando sul posto, lo dice Radio Lublino”, emittente radiofonica pubblica. “Alert inviato”, comunica Leff. Sono le 13,41. Sono passati nove minuti dall’inizio. La notizia farà il giro del mondo. E per questi nove minuti, si è rischiato per davvero di andare alla terza guerra mondiale.

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