L’invito di Papa Francesco al mondo ebraico: “Lavoriamo insieme”

L’invito rivoluzionario di Papa Francesco ai fratelli ebrei, a guardare insieme il mondo “alla luce dell’eredità religiosa che condividiamo”. 

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(Ansa)

Il Pontefice ha ricevuto in udienza in Vaticano i partecipanti all’Executive Committee Meeting del World Jewish Congress, e come suo solito ha stupito tutti pronunciando parole di conciliazione, incontro e accoglienza.

Bergoglio stupisce ancora, rivolgendosi ai fratelli ebrei

Lo ha fatto più di una volta in passato, ad esempio firmando ad Abu Dhabi, nel febbraio 2019, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune insieme al Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib. Ma lo aveva già fatto anche qualche anno prima, nell’ottobre del 2016, recandosi a Lund, in Svezia, per commemorare il cinquecentesimo anniversario della Riforma luterana. E continua a farlo oggi con i fratelli ebrei, verso cui Francesco ha sempre manifestato gesti di comprensione e di stima, nonostante le differenze, tanto legittime quanto ontologiche.

Alla luce dell’eredità religiosa che condividiamo, guardiamo al presente come a una sfida che ci accomuna, come a un’esortazione ad agire insieme“, ha detto Bergoglio nel corso del suo intervento, invitando a un cammino comune le due fedi. “Alle nostre due comunità di fede è affidato il compito di lavorare per rendere il mondo più fraterno, lottando contro le disuguaglianze e promuovendo una maggiore giustizia, affinché la pace non rimanga una promessa dell’altro mondo, ma sia già realtà in questo”.

Le parole sono state pronunciate ricevendo stamane in udienza in Vaticano i partecipanti all’Executive Committee Meeting del World Jewish Congress, il Congresso ebraico mondiale fondato a Ginevra nell’agosto del 1936 come federazione internazionale delle comunità e delle organizzazioni dell’ebraismo, con lo scopo di agire come “braccio diplomatico del popolo ebraico”. 

L’appello alla pace sulle orme di Giovanni XXIII

“Sì, la strada della pacifica convivenza comincia dalla giustizia che, insieme alla verità, all’amore e alla libertà, è una delle condizioni fondamentali per una pace duratura nel mondo“, ha proseguito l’attuale Capo della Chiesa citando il suo precedessore Giovanni XXIII e la sua nota enciclica pacifista, la Pacem in terris. “Quanti esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio, sono sfigurati nella loro dignità, a causa di un’ingiustizia che lacera il pianeta e rappresenta la causa soggiacente a tanti conflitti, la palude in cui ristagnano guerre e violenze!”, ha aggiunto ancora il Papa.

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Un appello dovuto al fatto che, ha ricordato Bergoglio, “Colui che tutto ha creato secondo ordine e armonia ci invita a bonificare questa palude di ingiustizia che affossa la convivenza fraterna nel mondo, tanto quanto le devastazioni ambientali compromettono la salute della terra”. “Iniziative comuni e concrete volte a promuovere la giustizia richiedono coraggio, collaborazione e creatività“, ha concluso Francesco, aggiungendo che queste “beneficiano grandemente della fede, della capacità di riporre la fiducia nell’Altissimo e di lasciarsi guidare da Lui, piuttosto che da meri interessi terreni, che sono sempre immediati e non lungimiranti, particolari e incapaci di abbracciare l’insieme”.

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