Migranti, è scontro Italia-Francia: il ministro Piantedosi replica alle accuse di Parigi

E’ scontro tra Italia e Francia sui migranti. Il ministro Piantedosi replica in modo duro alle accuse arrivate da Parigi.

Alta tensione tra Italia e Francia sui migranti. Nelle scorse ore Parigi ha accettato di far sbarcare le 234 persone a bordo della Ocean Viking, ma allo stesso tempo ha denunciato Roma di violazione del diritto internazionale del mare ed ha sospeso la sua partecipazione al meccanismo di solidarietà (avrebbe dovuto accogliere 3.500 richiedenti asilo dall’Italia ndr).

Piantedosi migranti
Il ministro Piantedosi replica in modo duro alle accuse arrivate dalla Francia © Ansa

Una doppia decisione che ha provocato la dura reazione del ministro Piantedosi. “Sui migranti la solidarietà europea viene sbandierata – ha detto l’inquilino del Viminale citato dall’Adnkronos – ma l’Italia ha affrontato il problema da sola e il nostro sistema è in difficoltà. La reazione di Parigi è davvero incomprensibile. Noi solo quest’anno ne abbiamo accolti 90mila. Non capiamo il motivo per il quale l’Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare“.

Piantedosi: “L’Italia non potrà dare la propria adesione a soluzioni per un Patto europeo non bilanciato”

Piantedosi
Piantedosi ribadisce la necessità di un accordo a livello europeo per risolvere questo problema © Ansa

Il ministro Piantedosi ha ribadito che “in Italia in questi primi dieci mesi del 2022 sono sbarcate quasi 90mila persone. Tredici paesi europei si sono impegnate a ricollocare 8mila migranti, meno di un decimo. E finora ne abbiamo sistemate solamente 117, di cui 38 in Francia. A fronte di questi numeri insufficienti, si vuole imporre il principio che l’Italia sia l’unico approdo d’Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando un flusso di ingressi in continuo aumento“.

E’ chiaro – ha concluso il ministro degli Interni – che come Italia non daremo la nostra adesione a soluzioni per un Patto europeo non adeguatamente bilanciato tra misure di solidarietà e responsabilità. Gli Stati di primo ingresso non possono sopportare da soli la gestione dei flussi. Inoltre noi continuiamo a sostenere che la soluzione più seria è quella di lavorare insieme per fermare le partenze dall’Africa“.

Impostazioni privacy