Decreto rave, incontro Piantedosi-sindacati: le ultime

E’ andato in scena nel pomeriggio un incontro tra il ministro Piantedosi e i sindacati sul decreto rave. Le ultime.

Un incontro tra il ministro Piantedosi e i sindacati sul decreto rave. Una riunione svolta al Viminale e che ha avuto come principale obiettivo quello di chiarire meglio il provvedimento e naturalmente spiegare le ragioni che hanno portato alla misura.

Piantedosi sindacati
Il ministro Piantedosi ha incontrato i sindacati sul decreto rave © Ansa

Ho avuto modo di ribadire ai leader sindacali – ha spiegato il ministro citato dall’Andkronos – che l’applicazione delle recenti misure adottate dal Governo è limitata alla specifica ipotesi della organizzazione dei rave party e che le nuove disposizioni non intaccano in nessun modo i diritti costituzionalmente garantiti, come quello di manifestare“.

Lo stesso Piantedosi si è detto disponibile ad appoggiare in Parlamento “qualsiasi modifica al testo normativo indirizzata nel senso di meglio precisare, qualora lo si ritenga necessario, i confini della nuova fattispecie penale“.

Landini: “Abbiamo chiesto il ritiro del decreto”

Landini
Landini ha chiesto al ministro il ritiro del decreto rave © Ansa

Al termine dell’incontro Maurizio Landini ha precisato di aver chiesto “il ritiro del decreto perché le leggi ci sono già. Abbiamo espresso perplessità e contrarietà innanzitutto per il metodo: non si capisce perché intervenire per decreto su una materia molto delicata modificando il codice penale, tanto più in assenza di una urgenza“.

Per quanto riguarda i contenuti – ha aggiunto il segretario della CGIL – ci sono norme del 2018 che permettono di gestire situazioni simili. Non vediamo la ragione di confermare questo decreto. Si tratta di una norma pericolosa per come è scritta, con termini generici come invasione e raduno, che possono essere estesi ad altre iniziative. Il ministro si è detto disponibile a chiarire meglio il decreto e ha ribadito che la libertà e diritti sindacali non sono in discussione. Ma noi ribadiamo che il decreto deve essere ritirato“.

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