Cadore, omicidio relativo a Rossella Corazzin: possibile svolta nelle indagini. Gli inquirenti non esclusono assolutamente la pista che porta a lui 
Quello che emerge direttamente dalla Commissione bicamerale Antimafia, in merito all’uccisione di Rossella Corazzin, è inquietante. A quanto pare la vittima, 17enne, venne rapita in Cadore e successivamente violentata nel corso di una “cerimonia a sfondo esoterico“. Poco dopo venne strangolata in una villa nei pressi del lago Trasimeno di proprietà di Francesco Narducci.
Nelle ultime ore sono stati diffusi alcuni stralci riportati dal ‘Corriere del Veneto‘. In questo modo sarebbe stata uccisa la minorenne nativa di San Vito al Tagliamento (provincia di Udine). Ricordiamo che in un pomeriggio d’estate scomparve nel nulla mentre si trovava in villeggiatura a Tai, nel Bellunese. Aveva lasciato delle lettere in cui scriveva di aver conosciuto un certo ‘Gianni’.
Rossella Corazzin, la pista del Mostro di Firenze è aperta
Di conseguenza la Commissione bicamerale Antimafia ha ripreso e dettagliato la ricostruzione dei fatti che venne fornita anni fa (precisamente nel 2016) da Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo. Successivamente il caso della ragazza venne archiviato dalla Procura di Perugia. In quella occasione la sua versione venne giudicata inattendibile. Secondo quella bozza i fatti rivelati da Izzo non possono essere “liquidati come non credibili”.
Questo è quello che appare nella bozza: “Dal racconto emergono elementi che non hanno trovato smentita, specie per quanto riguarda il medico perugino e la sua villa sul Trasimeno”. Il riferimento è fin troppo chiaro visto che si parla proprio di Narducci, il professore dell’ateneo perugino e gastroenterologo. Nel 1985 scomparso anche lui misteriosamente, proprio quando il suo nome venne associato ai delitti commessi dal Mostro di Firenze.