Elezioni, Giorgia e il ‘doppio incarico’: sarò mamma e Premier

La Meloni a “Chi”: “Se andrò a Palazzo Chigi non rinuncerò a nulla che riguarda la mia bimba. La Von der Leyen ha 7 figli…”

Nel 1978, quando Oriana Fallaci le strappò quest’intervista nella sua casa di Gerusalemme, Golda Meir, premier israeliana scolpita nell’alabastro, annegava l’ansia di madre irrisolta ingollando una tazzona di caffè nero e masticando una nazionale senza filtro. Ora, scrive il quotidiano Libero, pare che Giorgia Meloni, candidata premier in pectore preferisca il the e non fumi (almeno non davanti alla bambina). Però, nello svelare in un’intervista assai intima al settimanale Chi i progetti che ne costellano il futuro, Meloni ci ha ricordato – non so quanto consciamente, ma non è importante- la lezione della Meir. “Se diventerò premier, non rinuncerò a nulla di ciò che riguarda mia figlia Ginevra, che ha sei anni. Le donne si organizzano sempre. Basta guardare Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha sette figli, o Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, che sta crescendo quattro maschi“, afferma lei.

Il selfie
Giorgia Meloni ha aperto oggi a Cosenza la campagna elettorale (Ansa)

La Von der Leyen, la donna più potente d’Europa è alta un metroesessanta, è di una gracilità spiazzante e ha sempre l’aria di passare di lì per caso; eppure gestisce i suoi sette figli con una Biancaneve armata di mitragliatore. La Thatcher, quando il figlio baronetto si perse tra le dune delle Paris-Dakar non fece un plissè, attivò nella ricerca del pargolo l’M16 e, nel frattempo, riuscì a domare la più sanguinosa rivolta sindacale del Regno Unito. Per dire la tenacia della leader. In più -fa notare Giorgia- per lei sussiste l’aggravante dell’orbitare a destra, nella culla politica d’un machismo spesso invincibile crollato assieme a pregiudizi generazionali, soltanto (forse) negli ultimi anni.

Ci sono due modi per esercitare il potere: con l’esempio o con la paura. Io ho preferito il primo

La mamma
La mamma di Giorgia Meloni (Facebook)

Le donne di destra interpretano la parità come una sfida e non come una concessione” aggiunge la Presidente di Fratelli d’Italianoi sappiamo che, qualunque sia il nostro sesso, nessuno ti regala niente. Sto al gioco degli uomini e non ho mai accettato il principio di ricevere un trattamento diverso perché donna, perché voglio raggiungere i miei obiettivi grazie alle mie capacità e non per il genere. Anche perché sono convinta che le donne abbiano delle capacità distintive che possono fare la differenza”. La virilità delle mamme da battaglia per me resta sempre un mistero irrisolto. Dice sempre Giorgia: “I sondaggi ci danno al 24%: siamo più in alto di tutti perché siamo i più seri. Se mi sento pronta a diventare la prima donna premier in Italia? Mi sono sentita spesso inadeguata, a dire la verità, e a volte tutto mi sembra più grande di me. Ma sono un soldato, io, una combattente. Combatto e sono sicura che la gente ci seguirà“.

La sicurezza in se stesse, in fondo, fa parte del pacchetto. Infine Giorgia chiosa ricordando un metodo molto matriarcale nella gestione dell’ordine della truppa e nella esecuzione implacabile della tabella di marcia verso Palazzo Chigi: “Ci sono due modi per esercitare il potere: con l’esempio o con la paura. Io ho preferito il primo. Se ti chiedo di fare una cosa per me, vuol dire che io l’ho fatta già 20 volte». Lavori di casa, asilo, studio, lavatrice, Parlamento, una visita ai Tories e una al Likud, danza perla bambina (se Ginevra non è ancora iscritta, lo sarà), cena e letto, lettura delle favola, rimbocco delle coperte, bacio sulla fronte prima del sonno. Sorriso. E il dubbio di non riuscire a fare mai abbastanza. Le stigmate da madre-manager sanguinano sempre nelle ore di punta. E qui non c’entra l’ormai mitico discorso multilingue «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre…” oramai finito nell’affabulante repertorio degli spin doctor, nell’immaginario della conservatrice.

Gestione cookie