Maestri: “Calenda rischia di non partecipare alle elezioni. Ha bisogno di Renzi”

Secondo l’esperto di diritto elettorale il leader di Azione ha solo una possibilità: “Inserire il suo simbolo in una lista che può correre senza firme”

Carlo Calenda formerà il terzo polo con Matteo Renzi? In attesa della decisione politica dei due leader, si continua a discutere sui problemi legati alla presentazione della lista di Azione. Calenda  si era candidato alle europee con la lista Pd-Siamo Europei. Ora per presentare la sua lista avrebbe bisogno di un certo numero di firme. Il tempo stringe e le difficoltà sono tante. Come si può risolvere la situazione? La redazione di Notizie.com ha contattato in esclusiva Gabriele Maestri, studioso di diritto elettorale.

Cosa rischia Carlo Calenda?
“Chi presenta una lista senza firme e senza avere un’esenzione, rischia la bocciatura da parte degli uffici elettorali e quindi la mancata partecipazione alle elezioni. In questo caso chiunque subisce una simile sanzione può ricorrere in Cassazione”.

Quali alternative ha a sua disposizione Carlo Calenda per evitare una situazione simile?
“La cosa più intuitiva sarebbe quella di raccogliere le firme, ma non mi pare che abbia intenzione di farlo, anche ipotizzando di ricorrere al parere di Cassese. La seconda possibilità, che credo sia la più concreta, è di unirsi ad una delle liste che hanno l’esenzione. I candidati potrebbero farne due o direttamente una. A quel punto non ci sarebbero problemi. Non ci sarebbe bisogno di firme e si possono decidere le candidature fino all’ultimo giorno prima di depositare. Se invece raccogli le firme, le candidature devono essere scelte adesso. E tutte, nelle liste e nei collegi uninominali. Non si possono infatti raccogliere firme su moduli anche in parte in bianco”.

Quante firme occorrono per poter presentare le liste?
“Ogni collegio richiederebbe 1500 firme, ma con la fine anticipata della legislatura precedente ne servono 750. Questo significa che, facendo la somma  sono 36750 firme per la Camera e 19500 per il Senato. Il problema è che tutte quelle firme  vanno raccolte avendo sempre presente un autenticatore, come un notaio, un cancelliere o un avvocato, devono essere presenti fisicamente. E trovarli in estate non è semplice. Ma non è l’unico problema”.

Ce ne sono degli altri?
“Se io vivo a Roma e mi trovo in vacanza a Rimini, non posso firmare a Rimini. Devo farlo nel mio collegio. Anche questo complica molto le cose.Il punto è che le firme è già difficile raccoglierle, poi, come dicevo, occorre farlo su moduli in cui sono elencati tutti i candidati. Ma mi sembra che questo passaggio non sia stato fatto”

Presentarsi con Renzi permetterebbe a Calenda di risolvere questi problemi?
“Presentarsi nella stessa lista, non semplicemente in coalizione. Se lui facesse la sua lista di Azione ed entrasse in coalizione con Italia Viva, avrebbe già dovuto pretendere da Renzi di scegliere i candidati ai collegi uninominali per poter raccogliere le firme. Ma se non sono stati ancora scelti, diventa quasi impossibile realizzare questo obiettivo. Ogni giorno in più per scegliere i candidati, è uno in meno per raccogliere le firme. E’ lo stesso problema che bloccò Più Europa nel 2018, fino all’intervento di Tabacci”.

Quindi cosa accadrà alla fine?
““Calenda ha assolutamente bisogno dell’esenzione. Ma se non è certo di vedersela riconoscere e non vuole rischiare di essere escluso, deve entrare con Azione in una lista già esente”.

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