È venuto a mancare stamattina a Roma una figura molto particolare per la Santa Sede, per via di una caratteristica ben precisa. 
È infatti morto stamane il cardinale slovacco Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. La sua salita in cielo colpisce e addolora tanti in Vaticano per una ragione. Si trattava del più anziano porporato del Collegio cardinalizio, venuto a mancare all’età di 98 anni nel suo appartamento a Roma, dove era assistito dalle Suore della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Il porporato era stato ricoverato al Policlinico Gemelli il 25 giugno per via di una lesione alla vertebra cervicale. La degenza in ospedale è durata sei settimane, dopodiché le cure sono state continuate presso la sua abitazione, con l’assistenza di un infermiere vaticano e delle Suore della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, da sabato 6 agosto.
Le parole di Papa Francesco per l’anziano cardinale
Nei giorni in cui si trovava in ospedale, Tomko ha ricevuto la visita del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, e Papa Francesco lo aveva incontrato in Aula Paolo VI lo scorso 30 aprile, durante l’incontro con i partecipanti al pellegrinaggio slovacco. Durante il suo intervento Bergoglio, che nel ciclo di catechesi dell’ultimo anno ha toccato più volte e in maniera particolarmente profonda e specifica il tema e il valore dell’anzianità, aveva dedicato in quella occasione alcune parole proprio all’anziano cardinale: “Saluto cordialmente il Cardinale Jozef Tomko, la cui presenza ci fa sentire che la Chiesa è una famiglia che sa onorare l’anzianità come un dono. Ma io ho un dubbio, sembra più giovane di me!”.
Nel dare l’annuncio della sua scomparsa, scrive Vatican News che stamattina ha riportato la notizia della morte dell’anziano cardinale, la Conferenza episcopale slovacca invita i fedeli a pregare per il cardinale. Al seguito dei funerali a Roma, Tomko verrà sepolto nella Cattedrale di Santa Elisabetta a Košice. “La sua attività – prosegue il portale informativo della Santa Sede – di fronte ai problemi religiosi dei suoi connazionali slovacchi ha portato frutti tangibili. È stato co-fondatore di una rivista religiosa e dell’Istituto dei Santi Cirillo e Metodio in Roma”.
