Prof. Le Foche: “Si ai concerti ma con attenzione, si deve convivere con il Covid”

L’immunologo clinico del Policlinico Umberto !: “Fondamentale rinforzare la campagna vaccinale, in particolar modo per le persone fragili”

Concerti sì, concerti no. Tornare a restrizioni più vigorose perché i contagi legati al Coronovirus stanno preoccupando di nuovo oppure cercare di restare più calmi, stare più attenti e provare a convivere col Covid perché, volenti o nolenti, fa parte della nostra vita, almeno di quella attuale. E’ di questa seconda ipotesi, il professore e luminare Francesco Le Foche, noto immunologo-clinico del Policlinico Umberto I, che a Notizie.com spiega il suo punto di vista, soprattutto per quello che sta accadendo. “Dobbiamo iniziare a convivere con questo virus, ma davvero. Bloccare i ragazzi dopo tre anni di pandemia mi sembra eccessivo, è chiaro che dovrebbero essere più attenti, ma il quadro non è certo quello di tonare indietro coi comportamenti“.

Il luminare
Il professore e immunologo Francesco Le Foche (foto Ansa)

Il Professor Le Foche è stato tra i più autorevoli immunologi ad indicare la via pre, durante e post pandemia, uno di quelli che parlava poco e lavorava tanto sul campo, ma quando esprimeva i suoi concetti legati ai comportamenti da adottare, non si è mai sbagliato ed è per questo che è uno di quelli più stimati e soprattutto ascoltati. “Le condizioni di immunizzazione sono importanti, fondamentali – spiega l’illustre Immunologo -, i giovani devono stare attenti a tornare a casa e per far restare tutti tranquilli dovrebbero aver completato l’intero ciclo vaccinale con almeno tre dosi. Da tutelare ci sono ci possono essere i loro nonni o i oro genitori che magari sono ultra-ottantenni, loro sì che devono aver fatto la quarta dose

“Dopo tre anni dobbiamo avere la percezione che il virus c’è ma che dobbiamo trattare con l’attenzione giusta”

L'assembramento
Una fase di gran festa durante il concerto dei Maneskin (foto Ansa)

Col virus si convive in questo modo: immunizzando le persone e cercando di ridurre i contagi soprattutto nei comportamenti ma non alterando l’iter“, spiega Le Foche che poi, sempre a Notizie.com, aggiunge: “Dopo tre anni dobbiamo avere la percezione che il virus c’è ma che dobbiamo trattare con l’attenzione giusta e l’immunizzazione che è fondamentale. Troppo pochi gli ultraottantenni che hanno fatto la quarta dose, anche se ai concerti non ci vanno poi ci vanno i loro nipoti che per stare tranquilli dovrebbero essere tutti vaccinati con ciclo vaccinale completo che riduce contagio anche se non l’annulla, ma  contestualmente protegge dalla malattia medio grave e grave. E questo ci dà la possibilità di convivere. Bloccare la risocializzazione mi sembra un aspetto che non va bene rispetto al processo che abbiamo fatto con la scienza“.

Sulla campagna vaccinale Le Foche ha pochi dubbi anzi dà un’ulteriore spinta: “Rinforzare la campagna vaccinale assolutamente, anche perché è fondamentale e lo vorrei dire in modo chiaro. Dobbiamo fare in modo che la campagna vaccinale sia perfetta, purtroppo il 20% dei fragili vaccinati con la quarta dose sono troppo poche, devono vaccinarsi tutte. L’immunizzazione ci porta alla libertà diciamo, alla convivenza con questo virus. L’attenzione resta fondamentale, come le mascherine nei luoghi chiusi dove stiamo più tempo e anche negli assembramenti è fondamentale. Il cardine di salute pubblica è l’immunizzazione, la capacità di vaccinare e rendere il nostro sistema immunitario edotto al rapporto con questo virus

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