Clamoroso, Santoro pronto a diventare grillino “Pronto a dare una mano a Conte”

Una scelta che spiazza tante persone che conoscono bene il famoso conduttore televisivo che evidentemente ha un po’ di crisi d’astinenza

Una celta che fa discutere. E non sembra tanto una battuta da parte di Michele Santoro. che da sempre ha due passioni: la tv e la politica. “Da osservatore penso che manchi la sinistra in Italia, e non è un mistero. Ma non ho intenzione di sfruttare la mia popolarità per un blitz elettorale che non va da nessuna parte, ho storia. E la tutelo“. E va bene, poi scatta la scintilla. “Però?”, chiede Merlo sul Foglio e Santoro che non si fa pregare più di tanto, prende e risponde: “Però se Giuseppe Conte decidesse di fare politica, e non tattica, se lasciasse il governo di Mario Draghi per mettersi in gioco a sinistra e rischiare…beh, allora sarei anche disposto a osare una mano“.

Intervista del quotidiano 'La Verità' a Michele Santoro
Michele Santoro (Ansa Foto)

Osa una mano. A rifondare la sinistra“, si chiede Libero. “Con Conte. Cioè, se ho ben capito: un Santoro versione Melenchon si propone di metter su un partito con i rimasugli del grillismo; e come alternativa sinistrissima a Letta, e non assieme a Marco Rizzo, oa Bertinotti, o – chessò – a Carola Rackete. No. Assieme a Conte. Un Conte. A uno che, all’università, potrebbe insegnare doroteismo invece che diritto privato. Cioè: Michele fa il grillino proprio quando il grillismo sta esalando il suo ultimo respiro (una prece). È interessante questo manifesto santoriano sul Foglio”.

“Si può ricostruire un’offerta politica a sinistra ma Conte deve mostrare che ci crede per davvero”

Conte
Parlamentari M5s in pressing su Conte per appoggio esterno al Governo © Ansa

Poco conta che Santoro fu uno dei grandi sponsor di Grillo. Poi, sulla questione guerra, appunto, l’anchorman aggiunge: “Si può ricostruire un’ offerta politica a sinistra. Ma Conte deve di mostrare che ci crede veramente. Non come ha fatto con la risoluzione sull’invio delle armi“. È un manifesto che ai più dotti potrebbe evocare quello dell’Internazionale situazionista a Cosio di Arroscia nel 1957: un bombardamento della sinistra, uno spruzzo di Dada, uno di surrealismo, uno di costruttivismo russo (più putiniano, direi). Per gli esegeti più raffinati si profila, dunque, una nuova proposta che Michele, peraltro, aveva già anticipato.

È ancora vivo il ricordo del 3 maggio scorso, quando Santoro organizzò al teatro Ghione di Roma una manifestazione con il vecchio reggimento di compagni senza patria politica e televisiva, da Vendola a Freccero, alla Guzzanti, alla Commission Dubbio e Precauzione. Diciamo che i precedenti, per Michele Santoro, non incoraggiano. Sul serio, oggi, abbiamo bisogno di un Santoro marxista fuori sincronoNe hai bisogno la sinistra mondiale? Ne ha bisogno Conte? Soprattutto, ne ha bisogno Santoro

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