L’attacco a Letta: nel periodo più duro per gli italiani le battaglie per i “diritti”

Nonostante le numerose difficoltà che l’Italia sta vivendo, il segretario del Pd si concentra principalmente su argomenti tipici della campagna elettorale. 

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(Ansa)

Lo sostiene il filosofo Corrado Ocone su Libero, che attacca a spada tratta il segretario dem accusandolo in sostanza di mettere da parte i veri interessi degli italiani per dedicarsi a questioni molto meno fondamentali, ma al contrario molto opportunistiche e orientate ad attivare le antenne del proprio elettorato.

“Gli italiani soffrono, e non solo il caldo. Le bollette aumentano, l’inflazione vola sempre più minacciosa, la guerra è alle porte di casa. L’autunno si preannuncia torrido, e non per il clima. Cosa fa allora il leader di una forza politica che si dice erede dei due partiti di massa della Prima Repubblica”?, domanda Ocone.

L’attacco del filosofo e la strategia “populista” di Letta

“Dà ordine ai suoi in Parlamento di iniziare daccapo (dopo tanet sconfitte) la battaglia sui diritti, in favore di presunte minoranze che probabilmente non si sentono affatto “discriminate” come la sinistra le vorrebbe”. 

In sostanza, per Ocone, Letta sarebbe già in campagna elettorale, e il riferimento è al “caso degli immigrati già pienamente integrati nella vita del Paese, ma non ancora cittadini semplicemente perché la procedura è lunga e severa come è giusto che sia in un Paese che tiene alla propria identità e dignità”.

Ovvero alla battaglia sullo Ius Scholae che il Pd sta iniziando a portare avanti in questi giorni, e che sostiene la cittadinanza per i figli di immigrati che hanno frequentato un ciclo scolastico. E che per Ocone non si fermerà qui, ma proseguirà ad esempio su questioni Lgbt o su altre tematiche etiche come l’eutanasia. Con “Zan che già scalpita a bordo campo, e per Coscioni, cioè per l’associazione di area che per statuto si intromette nei “fine vita” degli altri”. 

Questioni che per il filosofo riconducono al “populismo” dell’esponente di sinistra, che consiste nel “mettere bandierine” e “segnare vittorie ideologiche, dividendo il campo”. Ovvero con una battaglia parlamentare che darà luogo senza dubbio a fratture e scontenti in seno alla maggioranza di governo. Che alla fine non è però altro che “una vera arma di distrazione di massa, che serve a coprire le divisioni interne”. 

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