ESCLUSIVA: Roma brucia, efficienze, deficienze e responsabilità

Il 27 giugno del 2022 è stata una delle giornate più dure per la capitale ma soprattutto per i Vigili del Fuoco stremati, ridotti all’osso e con pochi mezzi

Una giornata infernale il 27 giugno del 2022 a Roma. Quattro incendi vasti in diverse zone della capitale e interventi a raffica e con tanta, ma tanta fatica. Un momento agghiacciante per l’intero corpo dei vigili del fuoco chiamato spesso e volentieri a fare interventi straordinari e ordinari con pochi mezzi (alcuni non proprio al meglio), a volte con un “pizzico” di disorganizzazione (basta vedere il ritardo dell’inserimento della campagna boschiva da anni sempre al via il 15 giugno ma quest’anno parte il 1 luglio anche se questo è più colpa della politica) e con un’età media del personale operativo alta, troppo alta, addirittura con vigili del fuoco che giurano, ovvero che entrano effettivamente nel corpo dei vigili del fuoco, ultracinquantenni. incendio

Uno degli incendi scoppiati a Roma (foto Notizie.com)E’ tutto quello che sta succedendo da decenni ad uno Organismo Tecnico e servizio essenziale della sicurezza dei cittadini  che dovrebbe essere tra i più tutelati e protetti, soprattutto per quello che fanno non solo in estate ma tutto l’anno. E invece non è così. Anzi spesso e volentieri, e non certo per colpa loro, vengono anche un po’ maltrattati dai cittadini per qualche ritardo nell’intervento. E i mugugni all’interno delle loro sedi di servizio (“caserme”) aumentano sempre di più, senza pensare, inoltre, che in tante loro sedi, circa il 50%, è stato perfino tolta la mensa, con vigili che smontano dal servizio o che vanno in pausa pranzo che devono avere cura o di cucinare dopo ore di lavoro o anche andare al supermercato per fare la spesa o accontentarsi di un panino al volo perché poi bisogna tornare a lavorare. E non è proprio una cosa bellissima, né gratificante.

Gravissimo e paradossale il ritardo della “Campagna boschiva”

L'incendio
Uno degli incendi in una zona di Roma che ha devastato tutto (foto Notizie.com)

Ma cosa è la “Campagna boschiva“? E’ un’aggiunta di personale e di mezzi, che ogni anno partiva dal 15 giugno, attivato il coordinamento nella Sala operativa regionale con la rappresentanza dei Vigili del Fuoco e del Comando Provinciale VVF di Roma d’intesa con i comandi provinciali del Lazio, che permette ai Vigili del Fuoco di coprire i vari quadranti di Roma e della regione in modo idoneo e più efficiente, con il compito e con dei mezzi specifici per gli incendi di sterpaglia, coperta da personale che fa domanda quando smonta dal servizio si mette a disposizione per fare la “boschiva“.

Si chiamano “Squadre Boschive”. E’ un servizio aggiuntivo ai vari quadranti di Roma, effettuato dagli stessi pompieri di turno libero. Quest’anno però, nonostante si sapesse della siccità e della stagione anomala si è deciso di farla partire dal primo luglio. Esempio, se fosse partita come ogni anno il 15 giugno, forse i quattro incendi scoppiati a Roma e Provincia il 27 giugno, sarebbero stati contenuti alla grande anche e grazie soprattutto ai “Canadair” i famosi grossi areoplani che portano acqua ma che vengono attivati sul territorio nazionale per la campagna “boschiva” , invece risulterebbero fermi a Ciampino.

A Malagrotta tanti e troppi problemi. Per non parlare della media legale: 1 vigile del fuoco ogni 1500 abitanti, ma a Roma di pompieri in servizio ce ne sono 230 al giorno…

La circolare
La circolare che chiede ai vigili di non smontare e restare in servizio in caserma (foto Notizie.com)

La verità è che adesso c’è un’emergenza vera e propria, basta vedere quanto accaduto l’altro giorno negli incendi a Casalotti, il centro estivo, a Montecompatri, ai Castelli e tutto questo fatto con poche persone con mezzi sempre contati, e addirittura con sole quattro autobotti in tutta Roma e Provincia. E a rimetterci, oltre ai vigili, sono anche i cittadini che, a questo punto, sono esposti a rischi ogni giorno, visto che nella Capitale ci sono 10 sedi di servizio (caserme cittadine) e poi 15 di provincia. “Quattro incendi ampi e arrivi al punto che non ci sono uomini, basti pensare che in un’autopompa ci sono 5 vigili del fuoco, mentre in  un’autobotte due persone in supporto con 8 mila litri acqua, in giornate ordinarie“. Non solo. C’è una cosa che dovrebbe far pensare, ovvero alla media europea che dovrebbe essere un vigile del fuoco ogni 1500 abitanti, ma se a Roma e Provincia, che ha un’estensione di 5134 Km quadrati, sono al massimo 230 vigili di servizio al giorno gli operativi nei 4 turni sono circa 180 vigili del fuoco. di cui sommozzatori, centralino e Nuclei NBCR. Insomma, le cose non sembrano funzionare alla grande. Tutt’altro.

Per non parlare di quanto accaduto a Malagrotta, dove la gestione è stata si buona ma con tante piccole e importanti defezioni anche per l’incolumità stessa dei vigili, visto che si è operato e fatto un intervento straordinario con autoprotettori e bombole ad aria compressa (servono a proteggere l’operatore da fumi tossici esterni durante un incendio) non sufficienti per le ore di lavoro svolte dagli stessi vigili. Tra Malagrotta e i quattro ampi incendi di Roma e Provincia “è stato un inferno”. E non solo. “Hanno fermato i turni a fare le ventiquattrore, buttati nelle caserme senza fare niente, in poche parole quelli che hanno fatto la notte stanotte, ora stanno nelle caserme, ma i mezzi non ci sono, inoperosi perché in assenza di ulteriori mezzi. La situazione è quella che è, sono arrivate le squadre dalla Toscana, da Macerata, Perugia e da Napoli. Tanto ora ci sarà l’emergenza per due o tre giorni poi faranno finta di niente, certo se avessero fatto partire le boschive prima, magari tuto quello che è successo si poteva evitare. Un tracollo, va sempre peggio, così non si può andare avanti…“, una delle tantissime voci di qualche vigile del fuoco che non ce la fa più. La politica, a cominciare dal Ministro dell’Interno Lamorgese, dal sottosegretario con delega ai pompieri Sibilia, con il Prefetto Laura Lega, ma anche e soprattutto dai dirigenti tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco l’ingegenre Guido Parisi, possono sedersi attorno a un tavolo di responsabilità per fare sicuramente meglio di quello che si è visto fino ad ora. E non dimentichiamoci delle responsabilità che hanno le varie rappresentanze sindacali.

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