Fabio Caressa e quel retroscena curioso: ‘Mi gonfiarono di botte’ – VIDEO

Il giornalista di ‘Sky’, Fabio Caressa ha rivelato alcuni particolari curiosi in una intervista che ha rilasciato e postato direttamente sul suo canale YouTube. In questo caso si è parlato dei derby più sentiti in tutto il mondo – VIDEO

Fabio Caressa svela un particolare curioso
Fabio Caressa (Ansa Foto)

Con la fine del campionato adesso Fabio Caressa ha il tempo per raccontare alcuni retroscena curiosi che riguardano proprio il mondo del calcio. Il giornalista di ‘Sky‘ è molto attivo sui social network. Lo dimostrano i tantissimi post che pubblica su Instagram ed anche i video che posta in rete sul suo canale YouTube. Proprio nelle ultime ore ne ha postato uno in cui parlava dei ‘derby‘ più sentiti al mondo.

Si parlava di quello argentino tra il Boca Juniors ed il River Plate, quello turco tra Galatasaray e Fenerbahce, in Italia Milan-Inter e Lazio-Roma. Già, proprio in merito a quest’ultima stracittadina si è voluto soffermare raccontando anche un episodio curioso che adesso lo fa ridere, ma all’epoca non proprio visto che è stato vittima di una aggressione da parte di alcuni tifosi biancocelesti che lo avevano scambiato addirittura per una “spia“.

Caressa e il racconto del derby: “Mi menarono” – VIDEO

Tanto è vero che il derby romano è stato inserito nella categoria “Apocalypse now“. Commentò un derby che venne sospeso. “In giro si sentiva dire che era morto un bambino, ma era una notizia falsissima. Io e Beppe (Bergomi, ndr) non dicemmo nulla perché in quelle occasioni non si fa“.

Poi l’aneddoto che adesso lo fa ridere: “Ricordo che andavi a vedere un derby quando lavoravo per ‘TeleRoma56’. Si trattava del primo derby della Lazio dal suo ritorno in Serie A“. Non è finita qui visto che si era sparsa la voce che tra i tifosi ci fossero i poliziotti che riprendevano i supporters con le telecamere.

All’epoca i tifosi andavano nello stadio con le parrucche. “Ero fuori dallo stadio e un omone con la parrucca mi urlava ‘Siete spie’. Gli dissi che stavo facendo il mio lavoro, insieme ad altri mi gonfiarono di botte. Una centrata dritta in faccia. Adesso rido, ma all’epoca mica tanto“.

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